"La Bestia Umana"

"Che importanza avevano le vittime che la locomotiva travolgeva nella sua corsa?Non si precipitava forse verso l'avvenire,incurante del sangue versato?Senza conducente,in mezzo alle tenebre,come una bestia cieca e sorda,correva verso la morte,carica di carne da cannone:di quei soldati,abbruttiti dalla stanchezza,e ubriachi,che continuavano a cantare."








Diciassettesimo romanzo del "Ciclo dei Rougon-Macquart","La Bestia Umana" è insieme a "Germinal","L'Assommoir" e "Nanà" il capolavoro del genio assoluto dello scrittore francese Emile Zola (1840-1902).
Dop la miniera,la classe operaia e il mondo del varietà,Zola esamina il mondo della ferrovia,grande avvenimento economico e simbolico,ambientato nel 1869-70,durante il tramonto del Secondo Impero francese.
Zola ebbe sempre un rapporto molto ravvicinato con la ferrovia,il padre,l'ingegnere Francesco,costruì una delle prime linee in Europa,a Medan,davanti alla casa dello scrittore,passavano i treni ed ebbe anche occasioni di fotografarli per passione;per scrivere questo libro fece addirittura un viaggio sul treno,con macchinista e fuochista nella tratta Parigi-Le Havre.



Diversamente dalle altre opere "La Bestia Umana" rientra nel genere thriller,vero e proprio romanzo nero incentrato sul delitto.Nel 1866 era già uscito "Delitto e Castigo" di Fedor Dostoevskij (1821-1881),romanzo per eccellenza sull'argomento.
Personaggio principale della vicenda Jacques Lantier ,figlio di Gervaise ("L'Assommoir) e Lantier,abbandonato a Plassans con la fuga dei genitori verso Parigi.
Fatto curioso Jacques Lantier fu un personaggio aggiunto successivamente(infatti non appare nell'autentico albero genealogico),perché l'omicida della famiglia doveva essere il fratello Etienne,(Germinal"),ma Zola cambiò rotta e fece venire alla luce questo nuovo componente.
Romanzo corposo,ricco di personaggi e contenuti,l'autore analizza la società del Secondo Impero attraverso i personaggi di Madame Bonnehon,il presidente Grandmorin,il ministro della Giustizia Monsier Camy-Lamotte e il giudice Monsier Denizet,portatori di un mondo fatto di cinismo,opportunismo e false apparenze,giunto ormai alla sua fine;cercando disperatamente di salvare il salvabile,procedendo contro ogni etica e morale che fa esclamare al ministro:


"Poi,Dio mio,la giustizia,che ultima illusione!Voler essere giusti non è forse una chimera,quando la verità è in mezzo ai rovi?Era meglio essere prudenti,e dare una mano per sostenere quella società in declino,che minacciava di cadere in rovina."


Anche la ferrovia,simbolo di progresso,del moderno avvenire,viene intaccata da questo "declino".




Ma il tema gradito a Zola è quello del "delitto".
Argomento già trattato in "Thérèse Raquin",ma molto più duro e veritiero nella "Bestia Umana",viene visto per mezzo dei personaggi più "umili" come la coppia Roubauded-Séverine Aubry,nella mascolinità di  Flore,nella rudezza del fuochista Pecqueux,nell'infido Misard e soprattutto nel cervello e nel corpo di Jaques.
Omicidio esposto come l'istinto più forte,primitivo,biblico,l'eterna follia della distruzione di un' altro simile,l'eterna lotta tra gli istinti tipici dell'uomo primitivo e l'uomo civilizzato.
Anche il "sesso" o meglio il "desiderio" visto come possesso egoistico in modo parziale sia nella donna che nel danaro e nelle cose materiali e meglio rappresentato nel duo locomotiva-donna per il protagonista maschile.



Ad incombere in questa visione,nell'ultima parte del romanzo il "destino",fatale ed implacabile che riporta lo stato destabilizzante all'inesorabile ordine naturale delle cose.
Grande rimane Zola nell'aver creato il personaggio più controverso ed interessante dei suoi romanzi,Jaques Lantier,a mio parere il meglio riuscito e il più terribilmente moderno.





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