"Quando il Lettore è in vacanza", i buoni propositi di Italo Calvino

Italo Calvino



Nell'incredibile (ma già preannunciata) calura romana, quando in tanti già si trovano nell'imminente partenza per le vacanze estive (e trovare finalmente sollievo e svago dall'afa) i pochi che ancora rimangono e da eroi affrontano i sintomi del cambiamento climatico cittadino, non possono far altro, (come da raccomandazioni governative), che chiudersi in casa accendendo ventilatori o condizionatori, bevendo tanta acqua, non uscire prima delle ore 18.00, pregare la misericordia di un agosto più clemente.
A queste raccomandazioni mi piace aggiungere la solita lettura di un buon libro sì, ma anche la lettura di quegli articoli che si trovano in giro nel web, che richiedono quei pochi minuti di lettura giusto per aggiornarsi sulle nuove uscite, orientarsi tra le tante recensioni per la scelta di un libro che è diventato il nostro pallino, alimentare la curiosità e il nostro pensiero attraverso labirinti di percorsi letterari, tematiche, saggi, più o meno scherzosi come questo che ho scoperto di Italo Calvino.
Si tratta di un brano pubblicato sull'Unit๠il dodici agosto del 1952 sotto il titolo di "I buoni propositi"(titolo quanto mai azzeccato) dove la firma di Calvino, tra il gioco e lo scherzo (ma nemmeno tanto), racconta le innumerevoli disavventure di un Buon Lettore, che dopo aver passato un anno senza aprire un libro a causa di impegni e proroghe, aspetta con ansia il ritorno delle vacanze estive per riparare a quanto perso. Ma sono appunto "buoni propositi" e come tali falliscono già in partenza.
Sono gli anni del boom economico e l'autore ne descrive, con bonario cinismo, una società vivace e camaleontica e dove sotto il personaggio del Buon Lettore si nasconde (buon con sferzante ironia) il lettore dell'ultimo minuto, quello che con grande snobismo entra una volta l'anno in libreria per portarsi al mare o in montagna un libro che non leggerà mai, né in vacanza né dopo, e una classe, prodotto del consumismo e conformismo odierno, di una cultura meno forte rispetto all'industria.
Ma allargando ancora di più la nostra prospettiva, nel Buon Lettore, in fondo, si cela con tenerezza ognuno di noi, con le nostre bizzarrie, manie, debolezze che si riflettono senza volerlo anche nel rapporto con la lettura; quella difficoltà nel collimare in un'unica esistenza letteratura e vita, quell'inseguimento senza successo della prima che sfugge, più che ai nostri impegni e proroghe, alla fiera della vanità, ai compromessi di una vita pesantemente presenti e vincolanti.

M.P.


Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all'ombra, il fruscio delle pagine, l'abbandono al fascino di altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli. Nell'approssimarsi delle ferie, il Buon Lettore gira i negozi dei librai, sfoglia, annusa, ci ripensa, ritorna il giorno dopo a comprare; a casa toglie dallo scaffale volumi ancora intonsi e li allinea tra i fermalibro della sua scrivania.

È l'epoca in cui l'alpinista sogna la montagna che s'approssima a scalare, e pure il Buon Lettore sceglie la sua montagna da prendere di petto. Si tratta, per esempio, di uno dei grandi romanzieri dell'Ottocento, di cui non si può mai dire d'aver letto tutto, o la cui mole ha sempre messo un po' si soggezione al Buon Lettore, o le cui lettura fatte in epoche e età disparate han lasciato ricordi troppo disorganici. Il Buon Lettore quest'estate ha deciso di leggere davvero, finalmente, quell'autore; forse non potrà leggerlo tutto nelle vacanze, ma in quelle settimane tesaurizzerà una prima base di letture fondamentali, e poi, durante l'anno potrà colmare agevolmente e senza fretta le lacune.

Si procura quindi le opere che intende leggere, nei testi originali se sono in una lingua che conosce, se no nella migliore traduzione; preferisce i grossi volumi delle edizioni complessive che contengono più opere, ma non disdegna i volumi di formato tascabile, più adatti per leggere sulla spiaggia o sotto gli alberi o in corriera. Aggiunge qualche buon saggio sull'autore prescelto, o magari un epistolario: ecco che ha per le sue vacanze una compagnia sicura. Potrà grandinare tutto il tempo, i compagni di villeggiatura potranno dimostrarsi odiosi, le zanzare non dar tregua e il vitto essere immangiabile: le vacanze non saranno perdute, il Buon Lettore tornerà arricchito d'un nuovo fantastico mondo.

Questo, s'intende, non è che il piatto principale, poi occorre pensare al contorno. Ci sono le ultime novità librarie delle quali il Buon Lettore vuol mettersi al corrente; ci sono poi nuove pubblicazioni nel suo ramo professionale, per leggere le quali è indispensabile approfittare di quei giorni; e bisogna anche scegliere un po' di libri che siano di carattere diverso da tutti gli altri già scelti, per dare varietà e possibilità di frequenti interruzioni, riposi e cambiamenti di registro.

Ora il Buon Lettore può disporre davanti a sé un piano di letture dettagliatissime, per tutte le occasioni, le ore del giorno, gli umori. Se egli per le ferie ha una casa a disposizione, magari una vecchia casa piena di ricordi d'infanzia, cosa c'è di più bello che predisporre un libro per ogni stanza, uno per la veranda, uno per il capezzale, uno per la sedia a sdraio?

Siamo alla vigilia della partenza. I libri scelti sono tanti che per trasportarli tutti occorrerebbe un baule. Comincia il lavoro di esclusione: «Questo comunque non lo leggerei, questo è troppo pesante, questo non è urgente», e la montagna di libri si sfalda, si riduce alla metà, a un terzo. Ecco che il Buon Lettore è giunto a una scelta di letture essenziali che daranno un tono alle sue vacanze. Nel fare le valige ancora alcuni volumi restano fuori. Il programma si restringe così a poche letture, ma tutte sostanziose; queste ferie segneranno nell'evoluzione spirituale del Buon Lettore una tappa importante.

I giorni di vacanza cominciano a trascorrere veloci. Il Buon Lettore si trova in ottima forma per fare dello sport, e accumula energie per trovarsi nella situazione fisica ideale per leggere. Dopo pranzo però lo prende una sonnolenza tale, che dorme per tutto il pomeriggio. Bisogna reagire, e a questo proposito giova la compagnia, che quest'anno è insolitamente simpatica. Il Buon Lettore fa molte amicizie ed è mattina e pomeriggio in barca, in gita e la sera a far baldoria fino a tardi.

Certo, per leggere ci vuole solitudine; il Buon Lettore medita un piano per sganciarsi. Coltivare la sua inclinazione per una ragazza bionda, può essere la via migliore. Ma con la ragazza bionda si passa la mattina a giocare a tennis, il pomeriggio a canasta e la sera a ballare. Nei momenti di riposo, lei non sta mai zitta.

Le ferie sono finite. Il Buon Lettore ripone i libri intonsi nelle valige, pensa all'autunno, all'inverno, ai rapidi, concentrati quarti d'ora concessi alla lettura prima di addormentarsi, prima di correre in ufficio, in tram, nella sala d'aspetto del dentista.




¹Oggi presente nel saggio "Mondo scritto e mondo non scritto", Einaudi.

Commenti

  1. Sempre acuto e perspicace il buon Calvino. La preparazione alle vacanze ha sempre un po' di questa smania di propositi e non di rado vanno delusi. Io stessa, se da ragazzina concentravo tutte le mie energie sulla lettura del malloppo libroso che mi accompagnava, oggi fatico a mantenere la concentrazione in villeggiatura e mi accorgo di leggere più volentieri a casa, nei miei spazi e senza estranei intorno. Vedremo se questa estate confermerà questa mia tendenza.

    Ciao, Michela, è un piacere tornare a leggerti! :)

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    1. Ciao Cristina! Questo è un fatto assodato, veramente uno si immagina di poter darsi completamente alla lettura di un buon libro in estate, ma ormai siamo troppi distratti da tante cose (complice anche il caldo impossibile poi o la vecchiaia...)

      Eeeh...Trovo sempre più difficile aggiornare il blog, soprattutto negli ultimi anni, comunque amo troppo la mia creatura per abbandonarla completamente a se stessa. Qui si trovano i pensieri a cui tengo di più e anche me stessa.
      Dovrò recuperare alcuni dei tuoi articoli!

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    2. Ti capisco, anch'io fatico molto a scrivere e pubblicare con regolarità e spesso mi limito a parlare dei libri che leggo, rinunciando ai post più impegnati, ma il legame con quel piccolo angolo virtuale è inscindibile.
      A presto!

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    3. Vero, si continua a scrivere per tante ragioni.

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