" Lisabetta da Messina", la modernità ai posteri di Boccaccio

" Poi prese un grande e un bel testo,di questi ne' quali si pianta la persa o il basilico,e dentro la vi mise fasciata in un bel drappo; e poi messavi su' la terra,su' vi piantò parecchi piedi di bellissimo basilico salernetano,e quegli da niuna altra acqua che o rosata o fior d'arancio delle sue lagrime non innaffiava giammai.E per usanza aveva preso di sedersi sempre a questo testo vicina e quello con tutto il suo disidero vagheggiare,si' come quello che il suo Lorenzo teneva nascoso: e poi che molto vagheggiato l'avea,sopre'esso andatasene cominciava a piagnere,e per lungo spazio,tanto che tutto il basilico bagnava,piagnea."

" Isabella e il vaso di basilico" ( 1867) di W.H.Hunt ( 1827-1910)

Non solo è una delle novelle più famose e lette del "Decameron" ( 1349-1351) di Giovanni Boccaccio ( 1313-1375),ma " Lisabetta da Messina" è una delle più compassionevoli,delicate,ricche di sentimento...ed estremamente moderna.

Giornata IV,novella V; dove si "ragiona" degli amori infelici:
"l'ardente" Filomena racconta la sua storia ambientata a Messina.Qui,una " giovane assai bella e costumata",Elisabetta,si innamora perdutamente dell'aiutante dei suoi fratelli,Lorenzo,ricambiata.Ma costoro,sospettando della loro relazione e protesi a difendere il loro onore,uccidono Lorenzo.
Disperata,ad Elisabetta le viene in sogno l'innamorato,che le rivela l'orrendo omicidio e il luogo della sepoltura del proprio povero corpo.La bella giovane ritrovandone le spoglie,ne taglia la testa e la pone in un vaso,con sopra una pianta di basilico per nasconderla.
Ma ancora una volta,i fratelli,sospettosi della sua ostinata vicinanza intorno alla pianta,prendono il vaso,scoprendo il macabro resto.Lo risotterrano e fuggono verso Napoli.
Lisabetta ne muore di dolore.

L'amore è il sentimento che pervade tutta la novella,ma l'amore di cui ci parla Boccaccio non è quello descritto dai suoi predecessori o dagli ideali dello "stilnovismo";è l'amore nel suo senso più naturale,quello tra un uomo e una donna,e quindi fisico :

" [...] e si andò la bisogna che,l'uno all'altro igualmente,non passò gran tempo che,assicuratisi,fecero di quello che più disiderava ciascuno."


" Elisabetta e il vaso di basilico" ( 1907 ) di J.W.Waterhouse ( 1849-1917)

La bellezza e il piacere che  completano l'amore,non vengono qui né denigrate né condannate,ma esaltate e poste come esempio; oltre l'onore e il buon nome vantati dai fratelli dell'Elisabetta,i quali non capiscono una prima volta,quando uccidono Lorenzo e una seconda,quando sottraggono il basilico* alla sorella.
Ne esce l'immagine di una donna assoggettata dal ruolo maschile e dalla società; eppure nuova.
La donna del Boccaccio si riprende la propria identità e la sua caratterizzazione femminile,toltale dalla precedente letteratura,per rivendicare la libertà di vivere ed amare alla pari di un uomo,senza reprimere sentimenti naturali.
Molto più di un testo,è un insegnamento,un monito di grande intensità di pensiero,moderno.









 * Il basilico,nell'antica Roma,era simbolo degli innamorati.





Ebook:

" Decameron " ,G.Boccaccio,edito : Simplicissimus Book Farm







Commenti

  1. Senza dubbio una delle novelle più belle ed emozionanti del Decameron! :)

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    1. Concordo Cristina,non a caso è la più conosciuta e letta!

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  2. Ricordo la mia commozione... povera Elisabetta! In effetti è una delle novelle più belle... .
    Ciao, F

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  3. Anche a me è sempre piaciuta immensamente...per quanto arrabbiatissima che Lisabetta non avesse impugnato una spada e ridimensionato la situazione. Non badare ai miei vaneggiamenti stile Thelma&Louise. A parte gli scherzi, ho sempre ritenuto questa novella molto delicata ed elevata, proprio perché il sentimento di Lisabetta è così forte e potente.

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    1. Forse una donna dei nostri giorni avrebbe rivendicato il suo amore,forse...il mondo non è,purtroppo,molto cambiato.

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  4. Anche secondo me è una delle novelle più belle. Io sapevo che in alcune tradizioni popolari il basilico veniva associato all'idea dell'amore terreno (a "infelice fine")... tuttavia ci sono anche altre due leggende legate alla tradizione cristiana, la prima è quella che vuole che l'imperatrice Elena, madre di Costantino, lo aveva trovato sul luogo della crocifissione di Cristo e aveva provveduto a diffonderlo nel mondo e la seconda, quella più conosciuta, vuole che questa pianta sia germogliata nel luogo in cui Salomè aveva sotterrato la testa del Battista! Quel che è certo è che si tratta di "bellissimo bassilico salernetano" ed è curioso vedere come un artista come Hunt abbia scelto di valorizzare i nostri lineamenti... si tratta di un'immagine abbastanza desueta: oggi questi lineamenti non sembrano essere di moda! Il fascino di quest'opera sta nella convergenza di due storie: quella di Boccaccio e quella del pittore. La seconda è una storia vera e vede come protagonista la giovane moglie, Fanny, che morì di parto a Firenze... erano sposati da pochissimo!

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