Septimia Zenobia e lo scontro con Roma
" Il suo viso era scuro e di una tonalità nera,i suoi occhi erano neri e intensi oltre ogni consuetudine,il suo spirito divinamente grande,e la sua bellezza incredibile.Così bianchi erano i suoi denti che molti pensavano che aveva perle al posto dei denti."
Entrato in Asia Minore,Aureliano,riconquistò una dopo l'altra le provincie che Zenobia si era annesse.
( Historia Augusta )
" L'Ultimo Sguardo della Regina Zenobia su Palmira " H.Schmalz |
Era una città mitica quella di Palmira.
Così antica che secondo la leggenda le sue mura furono alzate per volere del re Salomone.Come uno di quei posti favolosi descritti nelle " Le Mille e una Notte ", si trovava in un'oasi nel deserto siro-arabico,posta a metà strada tra il Mediterraneo e l'Eufrate.
Splendida città,di grande floridezza,dovuta all'abbondanza di sorgenti,la cui acqua consentiva alle carovane la traversata nel deserto per giungere,cariche di merci,ai mercati siriani e romani.
Nel 29 d.C. l'imperatore Adriano assicurò una ampia autonomia a Palmira,pur nell'orbita di Roma : essa poteva definirsi un territorio neutro tra Roma e la Persia.
Colui che diede fasto e ricchezza a Palmira fu Septimio Odenato ( ?-267 d.C. ),discendente della famiglia dei Settimi,di origine araba,che ricevette la cittadinanza romana sotto Settimio Severo.
Grazie ai suoi servigi per l'impero romano,divenne re di Palmira e nel 263 associato all'impero.
Ma non è di lui che la storia romana e in particolare l' " Historia Augusta " ricorda,come di un personaggio singolare e temibile,bensì inverosimilmente,la sua seconda moglie,Septimia Zenobia ( 242-575 ).
Questa donna ambiziosa e intrepida,infatti,diede parecchio filo da torcere ai Romani,con le sue pretese di dominio,tanto da far rievocare il fantasma di Cleopatra.
Quando Odenato,nel 267, morì in una congiura di palazzo*,Zenobia salì sul trono come reggente per il figlio Wahballat.
Di grande sensibilità e di profonda cultura,la regina parlava latino,greco oltre molte lingue orientali,leggeva Omero e Platone e inoltre possedeva bellezza e fascino.
Si vantava di discendere dalla famiglia dei Tolomei,e in particolare da Cleopatra.Viveva in un fasto regale alla maniera dei Persiani;indossando un elmo cinto da un nastro viola,da cui pendevano,nella parte inferiore,preziose gemme;ma come un imperatore romano,presenziava alle assemblee pubbliche.
Ponderava clemenza e severità e usava vasellami e gioielli appartenuti all'antica regina d'Egitto.Ma se Cleopatra era stata tanto esperta nelle arti amatorie,tanto Zenobia era casta.
La sua corte era presenziata da eunuchi,ma anche filosofi ed intellettuali come il retore greco Cassio Longino,ministro e precettore dei figli.
Sotto di lei,Palmira,divenne una capitale che nulla aveva da invidiare a Roma.
Null'altro poteva desiderare Zenobia,tranne di avvicinarsi il più possibile al suo sogno;spinta dalla bramosia di conquista.
Roma le serviva da simbolo a cui contrapporre l'idea di un grande regno annettendo alla Siria l'Egitto e l'Asia Minore,in un periodo storico ( III sec.) in cui tutto si stava spostando verso l'Oriente,dove perfino alcuni imperatori avevano le loro origini e le loro radici culturali.
Qui,infatti si oppose l'antagonista della bella regina Zenobia,l'imperatore Lucio Domizio Aureliano ( 215-275 ).
Nato in Illiria,da umili genitori,Aureliano,fu eletto imperatore dalle legioni del Danubio nel 270.
Guadagnandosi il titolo di " restitutor ",si impegnò nel consolidamento del potere imperiale,risanando le finanze,ristabilendo ordine nell'esercito e nella sfera religiosa.
A lui il compito di fermare l'inarrestabile esercito dei Palmireni. L'indomabile Zenobia,approfittando della disgregazione delle provincie romane,conquistò parte dell'Asia Minore.
Questo scontro,che si verificò tra l'emula di Cleopatra e l'imperatore romano,viene a torto trascurato dai testi moderni;quando rappresentò invece,una delle prime avvisaglie della crisi del mondo antico.
" La Regina Zenobia di fronte ad Aureliano " ( 1717 ),G.Battista Tiepolo |
Entrato in Asia Minore,Aureliano,riconquistò una dopo l'altra le provincie che Zenobia si era annesse.
Ma,nella prima battaglia,l'esercito romano restò disarmato davanti alla superiorità dei palmireni,che basavano la propria forza sulla cavalleria catafratta**,i famosi clibanarii,di derivazione persiana.
Allora Aureliano,da esperto stratega,finse una ritirata;l'esercito di Zabda,generale in capo di Zenobia,troppo affaticato dalle pesanti armature,rinunciò all'inseguimento. I romani passarono a loro volta all'attacco e vinsero.
Dopo quella di Dafne,ad Antiochia,ci fu quella determinante ad Emesa. Dopo una prima disorganizzazione,l'imperatore assaltò alle spalle i nemici disperdendoli.
A quel punto fu una carneficina.
Zabda e Zenobia si trincerarono nella capitale ( 272 ) e dopo un breve assedio,Aureliano entrò a Palmira,mettendola a ferro e a fuoco.
La bella regina scappò,a dorso di un cammello,nel deserto,cercando un disperato aiuto dai Parti;ma fu presa e fatta prigioniera.
Il bottino fu copiosissimo; soltanto il grande tempio del Sole ( Ba'l*** ) fu risparmiato e Zenobia stessa.
Non le risparmiarono tuttavia l'umiliazione di sfilare alla parata trionfale del vincitore.
Tramandano che avesse mani e piedi legati da catene d'oro e ricoperta di gemme da capo in giù.
Comunque la ex regina coraggiosa non ebbe la sorte della sua antenata; riconosciuta la sua saggezza
e intelligenza,l'imperatore le offrì alcuni terreni a Tivoli,vicino al palazzo che fu di Adriano.
Qui visse come una matrona romana,risposandosi con un senatore e ottenendo il permesso di dare le figlie in mogli a patrizi romani.
L'importanza di Palmira piano piano decadde; della sua bellezza,della sua floridezza e del suo temibile esercito che mise paura alla potenza romana,non ne rimase più niente,e anche il nome della sua terribile regina,dimenticato.
* Forse dalla stessa Zenobia.
** Armatura di ferro che copriva sia cavaliere sia il cavallo.
*** Cinquant'anni prima,il giovane Eliogabalo fu eletto imperatore proprio ad Emesa.
Fonti :
" Historia Augusta "
" Le Donne di Roma ",L.Marino,Newton Compton,1995
" Passioni,Intrighi,Atrocità degli Imperatori Romani ",F.Sampoli,Newton Compton
Adesso mi spiego l'interesse per la Historia Augusta! Come sempre, un bel resoconto di uno dei tanti episodi cui si allude sempre, ma su cui mai ci si sofferma. :)
RispondiEliminaEbbene si confesso;sarebbe un miracolo trovarne il libro...io aspetto comunque la tua traduzione.Il mio latino è purtroppo arrugginito!
EliminaCi sto seriamente pensando! Sarebbe un modo per tenere allenata la traduzione e l'uso degli apparati critici e, allo stesso tempo, di approfondire la storia! Ti terrò aggiornata sugli sviluppi! :)
EliminaInteressantissimo resoconti su un personaggio di cui non avevo per nulla conoscenza! :-)
RispondiEliminaComplimenti Michela!
Grazie Cristian!!!
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