In visita al Quirinale




La festività di Ognissanti è stata la giornata ideale per aggiungere alla mia lunga lista di palazzi e residenze storiche da visitare (soprattutto nel Lazio), il gioiello che, vuoi per la politica, vuoi per il lungo silenzio perdurato negli anni e interrotto solo recentemente, dimentichiamo di possedere, il Quirinale.
Accompagnata da una delle ultime, dolci ottobrate romane, il palazzo del Quirinale, dimora di papi, re e presidenti, si staglia sull'omonima piazza e il privilegio di adagiarsi sul colle più alto della Capitale, la parte più luminosa, antistante alla Fontana dei Dioscuri e alla sua sinistra il Palazzo della Consulta.
Nonostante veniamo abbagliati da altri palazzi storici con i loro splendori e nomi altisonanti, il Quirinale non ha nulla da invidiare a Buckingham Palace o all'Eliseo: questo si estende su una superficie di 110500 m² e vanta di essere il palazzo del potere più antico del mondo; la Casa Bianca in confronto è venti volte più piccola.
Dal 1948, anno in cui il primo presidente della Repubblica vi si insediò, qui avvengono non solo udienze, consulte e giuramenti, affari politici ma anche feste e ricevimenti mondani, grazie alle cucine sempre attive.
Da due anni a questa parte, invece, per volere del presidente in carica Sergio Mattarella, è ritornato ad essere visitabile ad italiani e non, avvalendosi della collaborazione del Touring Club Italiano e delle tre grandi Università di Roma, perché oltre al valore patriottico simboleggia un grande valore storico.
Da solo, il Quirinale potrebbe raccontare gli importanti fatti ed eventi che vi si svolsero: guerre, patti, rovesciamenti di governi, presenze illustri, l'evolversi della nostra storia fino ad oggi.


Il passato più antico del luogo risale all'epoca romana. Qui infatti sorgeva un tempio dedicato a Romolo Quirino le cui feste, chiamate Quirinalia, si celebravano ogni diciassette febbraio.
Una prima costruzione dell'edificio risale al suo proprietario, il cardinale Ippolito d'Este (1509-1572, lo stesso creatore della magnifica Villa D'Este a Tivoli), che prese in affitto la vecchia villa e la vigna adiacente del cardinale Carafa. L'estense si preoccupò perlopiù di ricavarne degli splendidi giardini all'italiana con monumentali fontane, seguendo la moda cinquecentesca e solamente con l'interessamento di Papa Gregorio XIII  (1572-1585) divenne dapprima un luogo di villeggiatura, soprattutto grazie alla salubrità dell'aria, e in seguito ampliandone il complesso, nel 1583 residenza dei papi a personificare il loro potere temporale.
Alla realizzazione parteciparono nel corso degli anni numerosi artisti fra cui Ottavio Mascherino (1536-1606), Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), Ferdinando Fuga (1699-1782), Domenico Fontana (1543-1607). I lavori si conclusero sotto Papa Clemente XII (1730-1740).
Dal 1870 passò alla monarchia sabauda e dal 1948 a presidenti della Repubblica Italiana.

Il Cortile d'Onore è la parte più antica del complesso da cui si accede allo Scalone d'Onore che consente l'accesso agli ospiti dei due ambienti principali del palazzo, il Salone dei Corazzieri e il Salone delle Feste. Il Salone dei Corazzieri, chiamato un tempo Sala Regia, è l'ambiente più grande e solenne del Quirinale. Presenta opere seicentesche, alcune di Agostino Tassi e numerosi arazzi in parte francesi e in parte napoletani raffiguranti le storie di Psiche e del Don Chisciotte, sulle pareti sono ritratti gli stemmi delle principali città italiane. L'ambiente seguì un periodo di degrado quando, durante la monarchia venne usato prima come pista di pattinaggio e infine come campo da tennis. Sotto il papato venivano qui presentati gli ambasciatori, oggi viene usufruito come salone per le cerimonie di insediamento. Ha accesso alla Cappella Paolina chiusa da poco per ristrutturazione.
Al Salone si viene guidati in seguito alla Sala del Balcone , studiata dal Bernini; qui venivano imbalsamati i papi.

Cortile d'Onore

Dopo la Sala d'Ercole, di costruzione più recente, si passa alla Sala degli Scrigni chiamata così per la presenza di cinque scrigni poggiati sulle consolle e di un particolarissimo secrétaire celante al suo interno oltre cento cassetti e vani segreti.

Secrétaire

Una delle stanza più note agli italiani è quella dello Studio del Presidente della Repubblica. Nata come camera da letto estiva dei papi, oggi vi si svolgono gli incontri ufficiali con i Capi di Stato stranieri, consultazioni con il Presidente del Consiglio e alcuni dei celebri messaggi di fine anno del Presidente, che si tengono ogni trentuno dicembre dal 1949.

Studio del Presidente della Repubblica

Il nome della Sala degli Arazzi di Lilla deriva dalla presenza di cinque arazzi provenienti dalla città francese di Lilla agli inizi del Settecento. Utilizzata sotto la monarchia come appartamento della regina Margherita (1851-1926), attualmente vi si svolge il consiglio supremo di difesa.
La Biblioteca del Piffetti è un gioiello nel gioiello nel Quirinale, la stanza a mio dire più suggestiva e dalla storia più curiosa. Creata da uno dei celebri ebanisti del tempo Pietro Piffetti (1701-1777) per la Villa della Regina a Torino, fu trasportata così com'era a Roma nel 1879 per volere della regina Margherita che voleva farne la sua biblioteca personale. Margherita di Savoia non era una donna particolarmente colta ma amava circondarsi di letterati e poeti che potevano contare della sua protezione. Ma la biblioteca lignea appare un capolavoro di magnificenza con i suoi intarsi in avorio che stupiscono di bellezza il visitatore.
Non rimasto noto nella storia dell'arte, l'architetto Ottavio Mascherino si è pur contraddistinto nel palazzo del Quirinale per questo autentico capolavoro che porta il suo nome, la Scala del Mascherino. Progettata alla fine del Cinquecento, presenta una scala a forma elicoidale che doveva portare agli appartamenti superiori. Con le sue maestose colonne in travertino ispirò il Borromini per una fedele replica più celebre a Palazzo Barberini.

Biblioteca del Piffetti

Scala del Mascherino

Fra i numerosi ospiti illustri accolti nella residenza si devono contare due personaggi storici, o meglio una presenza e una assenza.
Nel 1938 alla Loggia d'Onore venne ricevuto con tutti gli onori del suo grado Adolf Hitler, il quale rimase soddisfatto del suo soggiorno romano e della stanza dove poté ammirare alcuni busti degli imperatori romani. Per l'occasione nel Cortile d'Onore venne issata la bandiera del regime nazista.
Dall'epoca repubblicana la sala viene usata per la stampa dopo gli incontri tra politici e presidente.
L'assenza è quella riguardante Napoleone Bonaparte (1769-1821) che al momento della cattività di Papa Pio VII (1800-1823) era atteso a Roma, ma di fatto non arrivò mai.
Fra gli appartamenti allestiti per la sua figura, è presente la cosiddetta Sala della Musica, stanza che doveva servigli come camera da letto. Rispetto a tutte le altre molto pompose, quella di Napoleone seguiva i canoni neoclassici in un ambiente pulito e lineare. Fa la sua mostra un forte piano e sul soffitto un ritratto di Giulio Cesare mentre detta i "Commentari"; ma il volto del generale è in realtà quello di Napoleone stesso. Da questa sala avrebbe potuto avere una visione completa di Roma.

Sala della Musica

Si procede infine verso le sale maggiormente lussuose e scenografiche del Quirinale: la Sala degli Specchi, oggi utilizzata nelle udienze del Capo di Stato e nei giuramenti della Corte Costituzionale, in passato sala da ballo creata per volere della regina su ispirazione delle regge settecentesche. Le luci dei grandi lampadari di Murano si riflettono sui grandi specchi che si ripetono nelle pareti in stile rococò e intagli dorati. Tutto è volto a stupire e incantare.

Sala degli Specchi


Soffitto con fanciulle danzanti

Di seguito quindi il Salone delle Feste conosciuto attualmente per i grandi pranzi, cerimonie e il giuramento del nuovo governo. Nel periodo papale avveniva qui il Concistoro mentre in epoca monarchica usato anch'esso per i grandi balli indetti dalla regina Margherita.

"Ai balli Margherita interveniva di solito alle undici di sera, accompagnata dal marito e con abiti sfarzosi, e piuttosto sovraccarica di diamanti, di perle, oltre vistosissimi diademi. Il suo trionfo ufficiale era, però, quasi sempre un monito per le rivali che da più tempo, avevano un posto nel cuore del marito.
Lei amava, ed amò sempre essere alla ribalta ed amò farlo sentire e comprendere alle altre, che, anche se bellissime ed affascinanti fisicamente, dinanzi a lei, ed in sua presenza, si sentivano in soggezione ed in posizione d'ombra. Le spalle, il decolleté della regina attiravano gli sguardi ai balli, lei lo sapeva certo perché ne faceva ostentazione nei suoi ritratti ufficiali.
E in questo modo si diffuse in Europa,oltre che in Italia, la fama dell'eleganza di Margherita."¹


Salone delle Feste



Alla fine dell'Ottocento venne creato un palco per contenere un'orchestrina che doveva allietare i pranzi ufficiali della famiglia Savoia e dei loro ospiti di riguardo.
Va ricordato in ultimo che gran parte degli arredi del Quirinale sono stati depredati da collezioni di altre regge mentre altri mobili riconoscibili per lo stile un po' teatrale e disarmonico, rispecchiano il gusto della casata sabauda.
Oltre ai tesori racchiusi nelle sue stanze, il Quirinale vanta anche una collezione pregiata di 38.000 pezzi di porcellana provenienti da tutta Europa: la più numerosa riguardante la casa di Richard Ginori, altri dalle fabbriche viennesi, tedesche, parigine, inglesi, alcuni risalenti all'epoca di Luigi XV.



I giardini che aprono le loro porte ogni due giugno, si estendono su una superficie di circa quattro ettari, il cui primo impianto fu dovuto come si è già scritto al cardinale d'Este. È costituito da alte siepi, fontane e diviso in giardino all'italiana, francese e inglese (questo esclusivamente aperto il giorno della festa della Repubblica). Al suo interno è presente l'elegante edificio della Coffe House costruito nella prima metà del Settecento dal Fuga e che da allora funge per ricevimenti intimi per amici e politici.



Fontana delle Bagnanti trasportata dalla Reggia di Caserta

Coffe House

Gran parte dei giardini vennero però distrutti nel 1874 per far posto alle scuderie di cui i Savoia (non molto appassionati di cultura come lo erano invece della caccia) ricavarono spazi per collocarvi cavalli e carrozze che nel corso degli anni si trasformarono sempre più in simili automobili.

Carrozza degli Sposi




Con un ritorno al palazzo negli appartamenti stanziati al piano terra, vengono ultimate le visite con la Sala delle Udienze di Vittorio Emanuele II, ove avvenne l'ultimo storico, ultimo incontro nel 1875 fra Vittorio Emanuele II (1820-1878) e Giuseppe Garibaldi (1807-1882), rappresentato dal pittore e patriota Gerolamo Induno e la Sala del Re  dove sono invece esposti due ritratti, della regina Margherita (e il suo abito da ballo) e della regina Elena di Montenegro (1871-1952) moglie di Vittorio Emanuele III.







Di seguito con la Sala del Mappamondo e La Sala dei Presidenti si entra nell'archivio storico del Quirinale; da alcuni documenti attinenti allo Statuto Albertino fino al referendum del 1946, la carrellata delle foto degli ultimi presidenti fino alla Costituzione del 1948.






L'ultima pagina della Costituzione con le firme




La visita è molto lunga, si protrae per quasi due ore e mezza in cui si è guidati da un tirocinante di storia dell'arte (nel mio caso), e seguiti costantemente dal personale della sicurezza.
Avrei preferito una guida che conoscesse più la storia che l'arte affiché raccontasse qualche aneddoto, o stile di vita che si conduceva nelle varie epoche del palazzo; eppure, nonostante tutto, la bellezza e la grandiosità di tale monumento e il privilegio, che entrando senti immancabilmente, ripaga di tutto. Non è la fiaba che ti rimane negli occhi ma essere essere stata partecipe, in qualche modo, di vari pezzi di storia che di lì sono passati.






M.P.






¹ "La Regina Margherita", Romano Bracalini, Fabbri Editori



Le foto di A. Tommasi sono private.

Commenti

  1. Ma che bel percorso! Quando, cinque anno fa, sono stata a Roma, la sola visione del Quirinale dall'esterno mi ha riempita del fulgore della storia e mi sarebbe piaciuto tantissimo visitare gli interni...

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    1. Si Cristina, merita veramente di essere visitato per quanta storia (nel bene e nel male) è stata decisa e percorsa. Poi è la casa degli italiani. Così dovrebbe essere.

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