"Klara e il Sole" di Kazuo Ishiguro

 <<Quando eravamo nuove, Rosa e io stavamo a metà negozio, sul lato del tavolo delle riviste, e vedevamo più di mezza vetrina. Perciò potevamo guardare fuori: i lavoratori di ufficio che andavano di fretta, i taxi, i runner, i turisti, Mendicante e il suo Cane, la parte bassa del Palazzo RPO. Dopo un periodo di assestamento, Direttrice ci permise di spostarci direttamente dietro la vetrina e a quel punto vedevamo quanto era alto il Palazzo RPO. E se ci trovavamo lì all'ora giusta, vedevamo il Sole in cammino attraversare le cime degli edifici, dal nostro lato a quello del Palazzo RPO>>.  





Se lo scorso anno si aveva la consapevolezza di vivere un periodo ambiguo e ingarbugliato dettato da forze esterne, questo nuovo che avrebbe dovuto portare qualche sostegno in più, ha invece virato verso quell'inconsapevolezza di vivere un domani ignoto e labile quanto i nostri progetti e desideri.
In questo stato da montagne russe mi sono procurata il giorno della sua uscita l'ultimo lavoro dello scrittore anglo-nipponico Kazuo Ishiguro.
A quattro anni dall'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura, Ishiguro è ritornato alla scrittura con una nuova opera, dalle vesti abituali per i suoi seguaci più stretti ma dal tessuto interno completamente diverso. 
Pubblicato recentemente presso la casa editrice Einaudi, "Klara e il Sole" rappresenta una singolarità nella sua vasta e lunga carriera, ergendosi come una classica fiaba e come un romanzo moderno per l'ambientazione scientifica-avveniristica, e insieme modellati intorno ai sentimenti e alla natura dell'uomo.
Differentemente dal precedente libro letto di Ishiguro "Quel che resta del giorno", "Klara e il Sole" viene sviluppato attraverso una storia e uno stile semplice, diretto, quasi elementare eppure originale visto che pochi autori, oggi, riescono con questi elementi (falsamente scontati) a costruire un'opera comunicativa e contemporanea che valga la pena di essere letta e apprezzata anche lontano negli anni.
Atemporale e senza un preciso riferimento ad una nazione ( a parte una sottolineata citazione di un luogo turistico americano), alcuni brani hanno colpito l'immaginario della critica e dei lettori per le analogie riscontrate con il nostro tempo chiuso e misantropico, votato alla solitudine, alla mancanza dei legami umani, e il rapporto con le nuove forme di socialità e comunicazione, sebbene lo scrittore abbia sempre ribadito la totale estraneità del romanzo al periodo pandemico sofferto in tutto in mondo, in quanto scritto in epoca pre-Covid.
La risposta a questa coincidenza andrebbe forse trovata nel ruolo ancora attuale e attivo della letteratura, delle sue capacità di analizzare l'essere umano, il suo periodo storico e fornire nuove istanze per il futuro.

Raccontato al passato dalla protagonista attraverso ricordi e immagini, Klara è un'androide o come viene definita meglio una AA, un'amica artificiale che come i suoi simili ha il compito di assistere, proteggere e rendere meno soli i bambini fino all'età adulta.
Dalla vetrina del negozio Klara aspetta di essere accolta da una famiglia e intanto immobile e attenta scruta e si pone delle domande sulla porzione di mondo che si presta davanti a lei: una città frenetica e rumorosa, dagli alti e imponenti edifici e le sue barriere architettoniche che ostruiscono una vista più ampia e il naturale percorso del Sole, nutrimento vitale per Klara e figura cui attribuisce l'importanza più grande all'interno dell'intero ecosistema.
Rispetto agli altri androidi (anche quelli di nuova generazione) Klara sviluppa fin da subito una ricezione ai sentimenti umani più acuta e sensibile; ne anticipa e ne comprende le sue varie forme e per queste qualità eccezionali viene notata dalla vivace ma malata Josie, ragazzina <<potenziata>>, cioè che ha subìto come molti del suo alto ceto una trasformazione genetica volta a favorirne un adattamento e un futuro migliore. Comprata dalla famiglia di Josie e infine portata nella loro casa, Klara voterà tutta se stessa per guarire la piccola, salvarla dalla morte, e allo stesso tempo prendendo coscienza del cuore dell'essere umano, dei suoi strani e preziosi segreti; accogliendo la fede nella tenerezza, nel sacrificio e nella ragione del suo posto nel mondo.

I vari scenari che si alternano nel percorso dei personaggi con tanta maestria e allegoria, sono descritti in pagine condensate di tanta bellezza e spiritualità, laddove il dolore confessato lascia il posto ad una invocazione sperata.
Il mondo in cui convive Klara ritrae una collettività integralista, regolata dalla netta divisione in classi sociali, fra cui emerge la nuova, quella dei "potenziati" il cui beneficio determina una appartenenza sicura ed influente, superiore per livello economico e sociale, elitaria e quindi pregiudiziosa e prevenuta verso chi ha rifiutato il vantaggio. Una società meccanizzata, analitica, esasperatamente urbanistica con i suoi ostacoli fisici, il Palazzo RPO, i frequenti cartelli di rimozione forzata, il traffico, la Macchina Cootings (che Klara crede antagonista del Sole perché produttrice di inquinamento) delineano un crescente svuotamento da ogni spiritualità, senso morale e dignità. 
Simultaneamente vengono disumanizzate le relazioni sociali, anche quelle più strette raffigurate nella loro pochezza, mancanza di comunicazione e condivisione: i bambini possono socializzare quando si presentano gli "incontri di interazione" e seguono gli studi attraverso la rete. Non esiste fede verso qualcosa o qualcuno e su tutto incombe l'atroce paura della solitudine che smaschera le debolezze, le vane illusioni di cui ci si ciba come compromesso.
La storia di Ishiguro si snoda affrontando episodi cruciali ordinati in sei parti, dalla vetrina come punto d'inizio all'arrivo nella nuova casa, gli incontri di interazione, la gita, l'amicizia con il giovane Rick (ragazzo non potenziato ed escluso dall'elite), la lunga malattia di Josie e la preghiera rivolta al Sole che ne raggiunge il punto focale in una scena di grande padronanza stilistica, dove i colori e le forme prendono vita in un gioco di luci arancioni, ombre e particelle d'aria; tutto metabolizzato attraverso la vista osservatrice di Klara che si frammenta in sei o più tasselli a seconda delle emozioni suscitate, facendosi strada fra il macrocosmo e il non meno complesso microcosmo.
Klara apprende la natura delle cose, delle persone, del mondo, della difficoltà di crescere e dei problemi con gli adulti, l'origine dei sentimenti, come se aspettasse e credesse in una nuova civiltà pronta a comparire. 
Davanti alla malattia della sua protetta, l'androide Klara è l'unico personaggio che con devozione scopre per lei <<un modo di guarire che gli adulti non hanno considerato>> o che hanno dimenticato, e lo trova nella sua forma più semplice: la preghiera e il sacrificio.
In una recente intervista (come tante che rilascia a proposito dei libri e del mondo letterario), l'autrice Margaret Atwood parlando dei romanzi del collega Ishiguro ha personalmente ravveduto in essi dei doppi significati non sempre palesi agli occhi dei lettori: Ishiguro prende una trama, dei personaggi, un'ambientazione e poi vuole dire altro. 
In "Klara e il Sole" è stato più volte riscontrata la tematica della paura verso le nuove tecnologie, del nostro approccio con esse e la nostra possibile convivenza futura ma come in un romanzo shelliano, lo scopo di Ishiguro non è quello di farci percepire la temibile avanzata ossessiva del progresso bensì di esplorare nelle angosce dell'uomo, in un intreccio ricco di simbologie, metafore, personificazioni, prese in prestito dalla letteratura d'infanzia e poste in un contesto non troppo lontano da noi; Ishiguro recupera le nostre paure ancestrali, accrescendole nel campo a noi più misterioso e affascinate (quello scientifico) e dimostrando come in fondo siano sempre le stesse dalla notte dei tempi.
 L'ambientazione scientifica cela in realtà un interrogativo più vicino ed urgente, il motivo su cui si poggia l'intero romanzo: <<Si può imparare un cuore umano?>>:

Tu credi al cuore umano? Non intendo semplicemente l'organo, è ovvio. Parlo in senso poetico. Il cuore umano. Tu credi che esista? Qualcosa che rende ciascuno di noi unico e straordinario? E mettiamo che esista. Se è così, non credi che per imparare Josie davvero non dovresti studiare soltanto i suoi modi ma anche quello che sta dentro di lei profondamente? Non dovresti imparare il suo cuore?

Rispondendo al quesito Klara scava nel cuore umano, sperimenta e accetta gli aspetti controversi, conoscendone il potere dell'individualità come risorsa unica ed aggiuntiva, acquisendo i valori della vita, della morte, la dignità che deve accompagnarli, l'universalità dell'amore e comunione con mondo circostante, la superiorità dei sentimenti che incarniamo.
Nelle ultime mirabili e commuoventi battute finali Klara, paga di aver assolto al compito di accompagnare indenne Josie fino all'età adulta, benedice la sua esistenza e la gentilezza che le è stata riservata: <<Il Sole è stato tanto gentile con me>>.
Con una prosa adattata alla poesia e all'immaginario storico e culturale collettivo,  Kazuo Ishiguro offre una storia sulla bellezza della fragilità umana e la sua protezione messa oggi costantemente in repentaglio.



M.P.






Libro:

"Klara e il Sole", K. Ishiguro, Einaudi













                               

Commenti

  1. Non ho ancora mai letto Ishiguro e credo che inizierò da Quel che resta del giorno. Mi colpisce anche questo nuovissimo romanzo, questo tema così strettamente legato alla contemporaneità. Una mia amica giornalista e fervida lettrice ne ha parlato ultimamente con grande entusiasmo, adesso leggo questa recensione... sento che mi sta chiamando.

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    1. Ciao Luana! Anch'io ho intrapreso la lettura di Ishiguro proprio tramite "Quel che resta del giorno" (che ti invito a leggere perché sono sicura che ti piacerà profondamente) grazie a quel Nobel vinto nel 2017. Di solito sono sempre un poco restia a intraprendere letture di scrittori contemporanei ma Ishiguro vale veramente quanto un classico.

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