"I Buddenbrook", decadenza di una famiglia, di Thomas Mann


"Non mancava nessun particolare del suo breve passato. La sua nascita, le malattie infantili, il primo giorno di scuola, l'ingresso nel pensionato di Mademoiselle Weichbrodt, la confermazione : tutto era registrato con cura e con rispetto quasi religioso dei fatti, con la minuta e corrente scrittura commerciale del console : poiché non era forse anche il più insignificante di quei fatti opera e volontà di Dio, il quale aveva meravigliosamente guidato i destini della famiglia? Che cosa ci sarebbe stato da aggiungere in avvenire sotto quel nome che lei aveva ereditato dalla nonna Antoniette? Certo tutto ciò sarebbe stato letto dai futuri membri della famiglia con la stessa devozione con cui ella seguiva ora gli avvenimenti passati."


"Buddenbrooks" ( 2009 ), Heinrich Breloer


Adoro le saghe familiari. Poter sapere quel che succederà dopo, dopo e ancora dopo, soddisfa le mie curiosità posteriori su una intera vicenda e ho trovato nei "Buddenbrook" di Thomas Mann, la saga familiare per eccellenza, la rappresentazione più riuscita di un dramma borghese di fine Ottocento.
"I Buddenbrook" hanno segnato la più bella lettura tra la fine dell'anno ormai passato e il nuovo.


Non ci si può apprestare alla lettura senza conoscere un  poco la vita del suo autore e la genesi che lo portò al compimento del romanzo.
Thomas Mann ( 1875-1955 ), nacque nella città meclemburghese di Lubecca, figlio di un importante senatore, proprietario di una florida ditta di granaglie e di un magnifico palazzo sulla Mengstrasse.
La ricchezza accumulata negli anni dai Mann, decadde alla morte del senatore e ciò coincise con le prime velleità letterarie del giovane scrittore.
Dopo aver pubblicato solo qualche novella, Thomas Mann concepì l'idea di un romanzo di più ampio respiro, come richiesto dallo stesso editore e nel 1897, nel suo soggiorno romano, cominciò la stesura della sua prima e famosa opera importante, "I Buddenbrook".
L'ispirazione di documentare lo splendore e il declino di una famiglia, gli venne dalle sue trascorse vicende familiari e il materiale gli fu fornito dalle memorie del fratello maggiore Heinrich* e per il personaggio di Tony, da un resoconto offertogli dalla sorella Julia, sulla vita di una loro zia.
Nel 1900 l'opera era terminata e l'anno seguente fu pubblicata inizialmente in due volumi e in seguito in uno solo, con un successo di pubblico effettivo in tutto il mondo.
Nel 1929 ricevette il premio Nobel per la letteratura a riscontro del suo trionfo con l'opera, entrata di diritto nella storia.

La storia inizia nell'ottobre del 1835, a Lubecca, dove il senatore e direttore di una ditta di granaglie, Johann Buddenbrook senjor, offre per parenti ed amici una lussuosa cena, per inaugurare la sua nuova e maestosa residenza sulla Mengstrasse.
Nella città, i Buddenbrook sono i massimi rappresentanti della solida e fiera borghesia tedesca con i suoi principi di dignità, rispetto e apparenza. Commercianti da secoli, essi riescono a prosperare e a superare le prime difficoltà finanziarie con ottimismo.
Alla morte del vecchio Buddenbrook, prende le redini della famiglia e della ditta il figlio Jean, già sposato e padre di quattro ragazzi : il maggiore Thomas, detto Tom, in quanto erede avviato alla carriera di commerciante, Christian, scapestrato dandy, la bella Antonie, detta Tony e la più piccola Clara.
Il romanzo si sofferma sui loro tratti psicologici e sull'infanzia ed adolescenza dei quattro, ma la morte improvvisa anche di Jean e l'ascesa di Thomas, i Buddenbrook raggiungono l'apice della fortuna. Eppure i germi della decadenza già cominciano a manifestare i loro effetti : Tom sposa la bella e malinconica olandese Gerda, che trasmette con la sua figura un'aria di inquietudine e fatalità all'interno della famiglia, Christian sfugge alle responsabilità della vita, Clara sposa un infido pastore luterano e la dignitosa Tony passa miserevolmente da un matrimonio all'altro.
Di contro vedono arricchirsi i rivali Hagenström e comprare la vecchia casa sulla Mengstrasse.
Nonostante l'elezione a senatore di Thomas e una nuova residenza nella Fischergrube, l'ultimo dei Buddenbrook, Hanno figlio di Thomas, farà calare per sempre il sipario sulla drammatica storia della famiglia.
Thomas Mann

Con questo romanzo, Thomas Mann, imprime la definita svolta nella letteratura mondiale. Il romanzo naturalista cede il passo ad un romanzo improntato per una indagine psicologica, l'ambiente e le tare ereditarie che influenzavano i personaggi, scompaiono per far posto ad una dimensione più individuale, la narrazione si fa più corposa, lo stile più fine e lo scrittore tedesco lo evidenzia attraverso il ritratto della società borghese d'anteguerra.
Mirabili le scene descrittive come la cena di Johann Buddenbrook, le riunioni della famiglia nella ospitale stanza dei paesaggi, l'ultimo giorno di Hanno, raccontato con quella viva sofferenza di speranze ormai infrante.
Grandezza e tragicità nei protagonisti, tutti osservati mediante le loro nascite, compleanni, carriere, matrimoni. E in particolare nelle figure di Thomas, Hanno, Tony.
Il primo incarnazione dei principi della borghesia, il secondo del confronto tra arte e vita, e della sopraffazione della vita sull'arte. Ambedue ritratti delle personalità dello scrittore.
Ma è Tony Buddenbrook a catalizzare l'attenzione del lettore ( buona parte del libro è dedicata a lei ), per la sua fierezza e vivacità, il suo andare avanti nonostante tutto, per la sua evoluzione; conscia del proprio ruolo si sacrifica per il bene della ditta e della famiglia.
Colpisce subito da quando giovinetta, scoprendo le carte di famiglia e l'albero genealogico, prende la penna in mano e scrive con decisione il suo destino.
Soltanto le ultime dolorose vicende mineranno il suo animo combattivo.
Ma il mondo dei Buddenbrook ruota attorno ad altre figure che fanno da sfondo corale al romanzo : le zitelle Buddenbrook della via Larga, sempre pronte a malignare, gli Hagenström, di idee più liberali, che passano sulle rovine dei loro antichi rivali.
La decadenza si compie dopo aver raggiunto l'apice della gloria e non come si vorrebbe con il dissolvimento del denaro o con le morti, ma semplicemente con l'esaurirsi delle energie della famiglia, seguendo il pessimismo schopehaueriano.
In una scena profetica, Hanno, guardando l'albero genealogico, traccia due righe parallele sotto il suo nome, e scusandosi col padre mormora : "Credevo...credevo... che non dovesse seguire altro..."

Una grande epopea sul crollo del mondo borghese che merita di essere letta e studiata, assistendo con inesorabile fatalità alle scrollate di spalle di Thomas, il mento premuto sul petto di Tony, le ombre azzurrine sul viso di Hanno...
Basi e percorsi stilistici del romanzo imperverseranno nel corso del Novecento.


"Già, così si dice...ma ci sono momenti, Friederike, in cui non c'è conforto e, Dio mi perdoni, si comincia a dubitare della giustizia, della bontà... di tutto. La vita, voi sapete, frantuma tante cose nel nostro cuore, delude tante la nostra fede...
Rivedersi?... Fosse vero!..."




M.P.



*Heinrich Mann ( 1871-1950 ), anche lui scrittore.


Libro :

"I Buddenbrook", T. Mann, Oscar Mondadori 1970

Commenti

  1. Sono una fervida ammiratore di Mann, del cui stile non smetterà mai di colpirmi la bellezza assoluta, la perfezione di ogni singola frase. Ho letto i suoi scritti più brevi finora, e i Buddenbrook sarà la prossima sua opera che affronterò, non appena riuscirò ad avere il romanzo. Questa tua recensione così entusiasta e partecipe mi ha resa ancora più curiosa!

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    1. Maledetto correttore automatico: ammiratrice ovviamente, non ammiratore.

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    2. Allora dovrei chiederti qualche consiglio su un prossimo libro di Mann, visto che ne sei una ammiratrice! Hai detto bene ciò che colpisce nello scrittore tedesco è la bellezza e perfezione di ogni frase tale da sembrare musica. Sono sicura che ti piacerà questo romanzo.

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    3. Beh, io consiglio a destra e a manca Tonio Kröger di Mann: un libro tanto sottile quanto bello. Tra le altre cose contiene potenti riflessioni sull'arte e l'essere artisti.

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  2. Sto iniziando ora la parte prima, sono curiosa.. Ho sempre pensato che fosse nel "canone" per il numero di pagine, come spesso accade.. Grazie per avermi fatto venire più voglia di leggerlo :)

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  3. Devo legggere Mann, magari proprio partendo da questo libro!

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    1. Dai Cristina! Questo è il tipico romanzo che non si può perdere per le belle descrizioni e personaggi, ti conquista!

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    2. Anch'io devo ancora leggere Mann, ma penso di partire con "La morte a Venezia". Complimenti per la recensione Michela, hai reso molto bene l'idea dello stile e dei contenuti.

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    3. Ecco, ho sautato i Buddenbrook chiudendo questo meraviglioso romanzo: finalmente sono tornata a respirare l'aria di un grande classico, ritrovandovi le atmosfere che mi hanno sempre affascinata... per quanta letteratura contemporanea possa leggere, alla fine il mio cuore rimane nella narrativa fra Ottocento e primo Novecento. Grazie per avermi indicato questo libro, sicuramente tornerò a leggere Mann in futuro!

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    4. Sono veramente contenta Cristina! Ero sicura che ti sarebbe piaciuto; è un capolavoro, vera letteratura. A volte ne abbiamo bisogno.

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    5. E in questo periodo ne avevo proprio bisogno! :)

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  4. Anche io amo immensamente le saghe familiari e I Buddenbrook non è stato da meno, quanto ha amato/odiato il personaggio di Tony! Devo rileggerlo però, ai tempi lo lessi in ebook cosa che non mi ha permesso di dedicargli la concentrazione che merita (non so bene perché, ma col cartaceo riesco a entrare meglio nelle pieghe del testo). Ti consiglio anche Morte a Venezia di Mann, non un testo leggerissimo, ma davvero straordinario... Da accompagnare con l'omonimo film che ne ha tratto Visconti! :)

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    1. Grazie per il consiglio Roberta, cercavo un altro testo di Mann!

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