"Miss Marple al Bertram Hotel" di Agatha Christie




La fine di luglio e i primi di agosto mi hanno portata alla lettura di un giallo della nota Agatha Christie (1890-1976), "Miss Marple al Bertam Hotel".
Meno conosciuto e meno ingegnoso rispetto a tante opere della scrittrice inglese, la scelta di questo romanzo è ricaduta sul semplice fatto di aver già letto i più celebri e altri ancora.
Complice la passione di mia sorella per i suoi libri, ho sempre rubacchiato un po' dalla sua collezione e in questo caso vista l'afa ammorbante di questa estate, un giallo poteva ben distrarmi la mente.
Pubblicato nel 1965 "Miss Marple al Bertram Hotel" è preceduto da "Miss Marple nei Caraibi" (del 1964 e dove al primo si ricollega a livello temporale) e risulta il terzultimo della serie di libri dove compare il personaggio immaginario di Jane Marple, intrepida e acuta vecchietta del piccolo villaggio di St. Mary Mead; signora con la passione del lavoro a maglia e di drammi umani, che funge paziente al ruolo di spettatrice e risolutrice di casi inspiegabili.
Nel particolare "Miss Marple al Bertram Hotel", ambientato nella Londra degli anni Cinquanta del Novecento, si ripiega nell'ultima fase della carriera di questa ancora sottovalutata scrittrice.


<<Il Bertram Hotel esiste da molti anni. Durante la guerra le case alla sua destra e parte di quelle, un po' più in giù, alla sua sinistra, andarono distrutte, ma l'albergo rimase in piedi.
Naturalmente aveva subito, come direbbe un agente immobiliare, qualche lesione e presentava qualche crepa o screpolatura, ma con la spesa di una ragionevole somma era stato restituito alla condizione identica a quello che aveva nel 1939: dignitoso, privo di ostentazione e quietamente costoso>>. 

Grazie ad un generoso regalo dei suoi nipoti, Miss Marple, ormai un poco più anziana rispetto alle sue prime avventure, può realizzare il desiderio di soggiornare, ancora una volta, nell'albergo londinese dove trascorreva le vacanze nella sua infanzia, il Bertram Hotel.
Molto noto e amato fra gli ambienti della buona società inglese prima della guerra, dove il bel mondo si ritirava anche solo per conversare e sorseggiare un buon tè, è stato rimesso a nuovo mantenendone comunque gli arredi, lo stile, l'atmosfera e gli stessi rituali del tempo che fu.
Frequentato ultimamente dalle ultime cariatidi, tutti sembrano ritrovarsi e riconoscersi, tra contesse, ecclesiastici e ufficiali; tutti intenti a gustarsi le spoglie di un passato che al Bertram Hotel non è ancora morto.
Eppure Miss Marple dopo un primo entusiasmo comincia ad intravedere dietro formalismi e anticaglie, la solita drammaticità dell'essere umano, il male che si accumula su oggetti e persone a prescindere dallo spazio e dal tempo.

La storia si sviluppa su un campo non inusuale per la Christie, cioè quello di accorpare al "classico omicidio" elementi caratteristicamente moderni, come misteriose scomparse, rapine, traffici illeciti e criminali legati al mondo della finanza. Pur così riccamente articolata, questa non riesce ad avere quella brillantezza e vivacità delle opere precedenti, la stessa soluzione del caso benché singolare contiene talune ambiguità che rimangono poco chiare; poco allettamento sembra trascinare la lettura.
Se alcune aspettative vengono disilluse, due importanti piani reggono la narrazione, tali da rendere questo libro, se non il migliore uscito dalla sua penna, inaspettatamente qualitativo per la sua cornice ed inconsueto nella scena finale.
Quegli artifici di età edoardiana di cui si fregia il Bertram Hotel e che il lettore respira in una atmosfera impalpabile e rarefatta di liturgia sociale (che con acume Miss Marple giudica finta) è magnificamente evocata in ogni suo dettaglio e sfumatura e gli stessi personaggi di contorno sembrano vivere solo in funzione di essa.
Anche qui Agatha Christie si diverte ad infrangere le imprescindibili regole del "mistery" attraverso l'ultimo atto, che arrivando solamente alle sue ultime battute, dirada la nube di apparenze per rilevare una verità crudele e una conclusione sospesa ed impunita.
Qualche mese fa ho seguito un documentario del buon Edoardo Camurri dedicato alla Christie dove si è messa in risalto tutta la genialità della scrittrice inglese e soprattutto la profondità delle sue opere che non sono limitate nel suo genere narrativo ma traboccano di sentimenti e scenari sociali complessi.
Ancora oggi la Christie viene denigrata dai critici moderni per non essere stata mai allo stesso livello di un Doyle o di un Simenon ma questi giudizi nascono in realtà dal solito odioso pregiudizio di genere, dal mal digerito fatto che il più conosciuto scrittore di mistery sia una donna e che per giunta sia andata oltre alle classiche basi, arricchendole di logica e tecnica moderne.
Per lei l'omicidio non è mai stato un fine ma l'essere umano sì, con le sue sfaccettature, debolezze, il male covato e in questo libro un passato carico di chimere che non può ritornare se non trasformato.



M.P.





Libro:

"Miss Marple al Bertram Hotel", Agatha Christie, Mondadori

Commenti

  1. Ciao! Ho letto Lamento di Portnoy anni fa. Ma io non amo molto questo genere di romanzi, e purtroppo io e la Christie viaggiamo su due poli opposti 😊😊

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  2. Da quando ho letto e apprezzato "Dieci piccoli indiani" mi sono riproposta di leggere altri gialli della Christie, eppure non ho ancora mantenuto fede al proposito. Anche per me l'estate si adatta ai gialli, ma quest'anno questa compagnia mi è mancata...

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    1. Di romanzi della Christie ne puoi trovare a iosa, certo questo del "Bertram Hotel" è il meno bello ma altri come "Nemesi", "Alla Deriva", "L'Assassinio di Roger Ackroyd", "C'è un Cadavere in Biblioteca" e altri ancora sono superbi!

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