Più Libri Più Liberi alla Nuvola 2017 e l'incontro con Asli Erdoğan




Negli ultimi anni sembra che Roma (o almeno una parte di essa), abbia riaccaparrato il ruolo di centro culturale che le mancava da tempo.
Fra i pochi vanti di cui la città ha potuto godere davanti a tanti occhi puntati su di lei, ci sono stati questi cinque giorni dell'ormai consolidata fiera letteraria di Più Libri Più Liberi, promossa dall'associazione AIE e che da anni promuove la piccola e media editoria italiana, arrivata alla sua sedicesima edizione.
Il vecchio Palazzo dei Congressi non è più la sua locazione ufficiale e, per la verità, penso che nessuno possa rimpiangerlo o preferirlo al nuovo sito della Roma Convention Center o più comunemente denominato dai romani "la Nuvola" realizzato dai coniugi architetti Fuksas.
Un palazzone di vetro di architettura avveniristico, costato milioni e milioni di euro al quale si sono aggiunti rinvii, aspre critiche sulla costruzione nonché sull'estetica stessa, inaugurato nell'ottobre 2016 come nuovo centro congressi della capitale più spazioso e moderno.
La nota manifestazione ne ha giovato con un aumento delle case editrici, portate ad oltre cinquecento, un maggior numero di incontri con gli autori ed intellettuali e appuntamenti per le più svariate tematiche.Il lungo ponte dell'Immacolata non ha deluso le aspettative.
La mattina dell'otto il colpo d'occhio è stato tutto per questa titanica struttura stanziata nel bel quartiere dell'EUR che non smette mai di sorprendere per le sue inusuali prospettive.
L'ingresso al sito è presto diventato affollato come quello di uno stadio durante un'importante partita e purtroppo abbastanza caotico a causa della disorganizzazione delle tipologie dei vari biglietti acquistati (questa volta anche on-line) e una lunga e sommaria perquisizione da parte degli agenti addetti.
Dal primo piano, con la presenza di alcuni chioschi e guardarobieria, si accede al salone degli stand.
Diversamente dalla confusionaria sistemazione al Palazzo dei Congressi, la nuova forma a serpentina dei banchi ha dato più ordine e visibilità a tutte le case editrici.
Venendo a queste, sono stata fortunata nell'essere entrata in un momento di calma, e con più consapevolezza e raziocinio rispetto alla passata edizione dove sembravo più una novellina, mi sono inoltrata con tanta gioia fra gli spazi.
Non intendo descrivere nel particolare i molti editori partecipanti;  tutti comunque con i loro banchi colorati e briosi, ricchi di novità, cataloghi, autori più o meno conosciuti, giornalisti e quelli che facevano da padroni alla fiera come Sellerio, Fazi, Iperborea, Minimum Fax, forse un dubbio (già avuto lo scorso anno) di una più calorosa accoglienza riservata nelle ore di maggior afflusso, giustificabile assolutamente, ma comunque un poco deludente.
Alcuni hanno applicato anche dei piccoli sconti e c'è da sottolineare la coraggiosa decisione della Giulio Perrone Editore di scalare i prezzi dei libri del cinquanta per cento.
All'uscita laterale della sale si apre un grande spazio dove poter ammirare sopra le nostre testa la Nuvola, una grande struttura bianca tutta rivestita di vetro, e salendo quella che viene detta la scala mobile più lunga d'Europa, si arriva la secondo piano, con ulteriori stand, e prendendone un'altra centrale si entra direttamente dentro la Nuvola.
È qui che le persone più si assembravano, sostando un poco per ammirare l'interno, facendo fotografie lungo tutto il percorso mentre la calca diveniva maggiore.


Interno della Nuvola

Una grande sala ospitava quello che per tutti era l'appuntamento più notevole e per la manifestazione la sua punta di diamante: l'incontro con la scrittrice, attivista per i diritti umani e dissidente Asli Erdoğan.
Non conoscevo nulla della sua persona e per questo sono stata ragguagliata da mio cognato e di conseguenza ho cercato informazioni.
La Erdoğan riconosciuta oggi tra i più importanti scrittori turchi è stata imprigionata dopo il finto golpe del leader turco e rilasciata (eppure non ancora prosciolta) dopo numerose insistenze anche da parte dell'Italia a fine dello scorso anno.
Nell'intervista assistita dalla scrittrice Chiara Valerio (direttrice culturale di "Tempo di Libri" 2016) e del giornalista Pierluigi Battista, la Erdoğan ha aperto i suoi ricordi, aneddoti, raccontando della soppressione di qualsiasi forma di libertà e di pensiero che da anni vige sul territorio turco, inasprita ancor di più dopo il colpo di stato che ha portato soldati, civili e molti poeti ed intellettuali alla gogna, alle torture, non pochi alla morte.
La bella voce turca levatasi per secoli aggiungendo bellezza alla letteratura mondiale, si è spenta e con essa l'amore e i gesti quotidiani.
Perfino talune parole sono condannate, il passato, come il genocidio degli Armeni e dove due figure come Spinoza e Camus vengono scambiati come spie del PKK. Anche questo accade in un paese dove si è cancellata la cultura.
Ho apprezzato l'intervento di Battista nel dire che la Turchia, come nessun'altra nazione simile, dovrebbe far parte dell'Unione Europea.
Il dramma della prigionia, durata quattro mesi, è stato il passo più commuovente: le privazioni, perfino quelle più semplici, la sofferenza della relegazione e il momento della liberazione, quando ha chiesto a dei militari se fosse cambiata fisicamente e questi, rispondendole affermativamente e portandole uno specchio, si è messa a piangere.
In lei era avvenuta una profonda lacerazione, uno sdoppiamento tra la sopravvissuta e la vittima.
Avrebbero dovuto dare maggiore spazio alla scrittrice; non ho gradito le domande rivolte dalla Valerio, troppo specifiche e adatte ad un pubblico già preparato ai suoi scritti e per la verità, non ho apprezzato la stessa Valerio che tra l'altro si era resa protagonista di una alterata discussione con una giornalista/scrittrice del pubblico, rendendo il convegno non certo professionale e appropriato ad una levatura così importante.

Asli Erdoğan

Alla sua conclusione, la Erdoğan è rimasta per qualche minuto nella sala per le foto: io avevo il suo libro e attendevo di chiederle un autografo.
Stava così a pochi metri da me, eppure ripensando a tutto il dolore da lei provato, mi sono fatta piccola piccola ed ho rinunciato alla mia frivola vanità. Il mio fidanzato mi ha fatto notare di aver mancato, con la mia timidezza, ad un appuntamento con la storia. È vero. Ma quel che rimarrà sono le sue parole.

Spero che i bei risultati di quest'anno raggiunti dalla manifestazione, diano un più grande impulso culturale a Roma. Che nelle classifiche in questo settore non stia sempre dietro alle città di Torino o Milano. Perché se nella Capitale abbiamo altre principali urgenze, questa non può comunque esimersi dal suo enorme patrimonio che possiede e che deve essere valorizzato.


M.P.





Commenti

  1. Buongiorno Michela, grazie di questo resoconto emozionato e puntuale del tuo incontro con Asli Erdogan. Anch'io ero alla fiera (trovi sul mio blogghino il racconto della mia avventura alla Nuvola) ma ho partecipato a incontri più "leggeri" anche se altrettanto coinvolgenti, per me: è sempre bello incontrare autori che amano "darsi" al loro pubblico.
    Anche io ho apprezzato il cambiamento in meglio rispetto all'anno scorso, e spero che questa manifestazione continui a crescere e a portare Roma al posto che le spetta come grande capitale culturale del nostro paese.
    Un saluto e auguri da Eva.

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    1. Grazie per la visita Eva! Come hai scritto, questo è stato un grande appuntamento per la città e spero che queste manifestazioni culturali diano a Roma il ruolo che le spetta. Ci vorrebbe più coraggio.

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  2. Peccato essere così lontana da questa fiera, credo fosse una bella occasione per gli amanti dei libri e della cultura. Interessante il tuo resoconto dell'incontro con l'autrice, sentire la voce vera dell'attualità è sempre prezioso.

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    1. Questa volta, a parte qualche disorganizzazione, è stata una fiera letteraria molto vivace e stimolante.

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