"Appuntamento a Samarra" di John O' Hara
Da piccolo comune qual era, Gibsville era diventata nel 1911 una provincia secondaria: tuttavia, nel 1930, contava ancora meno di venticinque mila abitanti. A Gibsville, un ricevimento, o party, è una cosa talmente importante da assumere l'aspetto di un vero affare di stato dal momento in cui l'anfitrione fa partecipe una seconda persona nei suoi progetti. Una volta fatti gli inviti, niente, al di fuori della morte o di una catastrofe, può rinviare il party.
John O'Hara (1905-1970) è un nome mancante nella storia della letteratura americana; abitualmente poco menzionato quando si parla di quella del primo Novecento che fu dominata nel segno di quattro grandi scrittori, quali Fitzgerald, Hemingway, Faulkener, Steinbeck ma John O'Hara non fu uno scrittore minore nel vasto territorio statunitense.
Figlio di un'importante famiglia americana d'origine irlandese di Pottsville in Pennsylvania (che diverrà l'ambientazione ideale per le sue opere), John O'Hara fu un personaggio non molto amato nel campo letterario per via della sua personalità poco incline alla mitezza e al compromesso: si faceva conoscere per le sue liti furibonde e lo snobismo irritante che si portava addosso e che in certo qual modo fu anche la causa del suo semi anonimato.
Autore di racconti e romanzi nei quali descrisse i svariati ambienti sociali della vita americana; rispetto ai quattro colleghi era più giovane di loro. Per il linguaggio si rifaceva ad Hemingway, e lo sfondo dei suoi libri ricordava Fitzgerald, senza comunque innalzare il testo a motivi poetici.
O'Hara fu più il rappresentante di quella "vita di mezzo" che furono gli anni '30; quel mondo che era appeno uscito dalla sbornia degli anni ruggenti per entrare in quell'età della Depressione, dell'illecito, dell'intolleranza e di qui primi sentori che avrebbero annunciato periodi bui.
"Appuntamento a Samarra", il romanzo che portò O'Hara alla notorietà, fu pubblicato nel 1934 a ventinove anni, il misterioso titolo, che sembra non avere nessuna relazione con l'opera, fu estrapolato da un racconto di William Somerset Maugham, "The Sheppey", dove un servo mandato dal proprio padrone presso il mercato di Baghdad per le provviste, incontra sulla piazza la Morte nelle sembianze di una donna. Spaventato, questo fugge verso Samarra dove pensa di potersi nascondere da lei. Ma la Morte ha un appuntamento già fissato con lui proprio presso quest'ultima città.
Il racconto di Maugham funge da preambolo a questo romanzo che si pone fra il confino dell'inevitabilità del fato e la propria volontà portata all'autodistruzione e quanto l'una o l'altra possano interferire nella vita umana.
La trama si snoda nell'arco di tre giorni: dalla vigilia di Natale del 1930 alla notte di Santo Stefano.
A Gibbsville, provincia immaginaria della Pennsylvania famosa per la ricchezza di giacimenti d'antracite, la crisi del '29 sembra non aver ancora logorato la vita quotidiana, le abitudini, di una comunità regolata da tacite norme riguardanti la differenza di classi sociali, di stili di vita comandati da scambi d'affari che intercorrono nella fitta ragnatela di legami tra gli abitanti e del derivante profitto individuale.
Julian English, l'antieroe o vittima in quanto assurge nel romanzo a questo boderline continuo, proprietario dell'autoconcessionaria Gibbsville-Cadillac Motor Company, ha tutto ciò che un uomo di trent'anni può desiderare: appartenere ad una delle famiglie protestanti più in vista dell'esclusiva Lantenengo Street, una posizione importante all'interno della piccola città, come moglie una delle più deliziose donne e una vita di continuo benessere, tra auto veloci, club prestigiosi, amicizie influenti, balli, fuoriuscite di denaro, grandi bevute.
Eppure nel lasso di tempo del periodo natalizio, Julian English commette degli imperdonabili errori per la neppur immacolata cittadina di Gibbsville, delle violazioni che rompono le ferree regole sociali di un mondo ovattato e lontano ma mostrante uno spaccato di provincia americana di malvivenza e discriminazione.
English portandosi addosso un ineluttabile presagio nefasto unito ad una certa consapevolezza di essere definitivamente ostracizzato dalla collettività, compie l'ultimo gesto estremo che riporta la città a quella equivoca calma apparente di prima.
J. O'Hara |
Come Fitzgerald ed Hemingway si erano fatti interpreti ed avevano immortalato nelle loro opere l'America degli anni '30, O'Hara fece lo stesso con il decennio successivo.
Il proibizionismo, la crisi economica del 1929, le manovre illusorie del presidente Hoover per scongiurare il default, l'avvento del Ku Klux Klan, i rancori, il razzismo, la delinquenza di un'America in evoluzione, riassunta e fotografata nel simbolico tessuto sociale della città di Gibbsville, il cui ordine si basa sull'accettazione di dettami per sopravvivere nell'élite , che non dipendono dai legami di sangue, come nell'ottocentesco romanzo "L'Età dell'Innocenza", ma dal denaro ed intercessioni.
Julian English è l'unico personaggio che arriva a mettere in subbuglio l'ordine precostituito, l'unico a pagare colpe (tra l'altro alquanto banali), mentre fuori esiste un mondo di imputretudini e nefandezze.
Tra una sorta di destino e libero arbitrio, English corre verso il fallimento della sua carriera, dell'amore, del proprio essere e se per Fitzgerald un sogno impossibile, una donna, la ricerca di un qualcosa portava l'uomo all'autodistruzione, per John O'Hara poteva bastare un nonnulla.
M.P.
Libro:
"Appuntamento a Samarra", J. O'Hara, Mondadori. Consiglio per la lettura l'edizione riveduta della Minimum Fax.
Scopro solo ora, grazie a questa bella recensione, uno scrittore che potrebbe piacermi. Se poi lo stile ricorda, anche in minima parte, quello di Hemingway, credo che non rimarrò delusa.
RispondiEliminaO'Hara ha conosciuto molta celebrità per via soprattutto delle trasposizioni cinematografiche nel Novecento, ma in seguito è stato completamente dimenticato e nessuno oggi si ricorda più di lui. Ho trovato in lui, invece, un bravo narratore di un'America alle porte con il secondo conflitto mondiale. Uno stile e un linguaggio moderno e accattivante.
EliminaUscì nei tascabili Monadodori negli anni 60 insieme agli "americani"
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