"Mademoiselle Fifi"


"Alle pareti pendevano tele,disegni e acquarelli pregiati,mentre sui mobili,sulle mensole e in eleganti vetrine mille ninnoli-vasetti giapponesi di porcellana,statuine,pupazzi di Sassonia e cinesi,avori antichi e vetrerie di Venezia-popolavano il vasto ambiente d'una folla preziosa e bizzarra.Ora non ne rimaneva gran cosa"


Dopo il clamoroso successo di "Boule de Suif",lo scrittore francese Guy de Maupassant (1850-1893)provò a bissare nel 1882 con la novella "Mademoiselle Fifi",molto simile nei contenuti con la prima.
Ambientato nei dintorni di Rouen,nell'immaginario castello d'Uville,durante la guerra franco-prussiana del 1870;ha per protagonisti quattro militari:il maggiore conte von Farlsberg,il tenente Otto von Grossling e due sottotenenti,Fitz Scheuneburg e il marchese Wilhelm von Eyrik,quest'ultimo chiamato "mademoiselle Fifi" per la sua eleganza,la vita sottile e l'abitudine di servirsi sempre della locuzione francese "fi,fi donc".*
Questi avendo il dovere di occupare il castello si ritrovano però dopo lunghe giornate,annoiati e stanchi,decidono così di "invitare" cinque prostitute per passare diversamente la serata.
Al momento del brindisi,i militari ubriachi,in un eccesso di esaltazione rivendicano i loro diritti sulla Francia in quanto vincitori;Rachel,una prostituta ebrea,punta sul vivo,uccide mademoiselle Fifi e fugge.
Alla fine con l'allontanamento dei militari si ode la campana della chiesa che aveva a lungo taciuto durante l'occupazione ,mossa dall'audace Rachel.
Tra i temi ricorrenti della novella oltre alla "guerra"e l' "eros" vi è il "patriottismo" incarnato ancora una volta da una prostituta,una emarginata,ebrea addirittura,ma che dimostra tutto il coraggio che nessun altro avrebbe saputo tirare fuori.
A questo si aggiunge anche la "dissolutezza",la crudeltà,il bisogno di "distruzione",qui rappresentati nella figura di Fifi,che non ha scrupoli nel rovinare dipinti e oggetti preziosi e di mordere violentemente sul collo Rachel.
A far capolino in questa novella c'è anche la "morte"appena accennata ma che diverrà centrale nei "Due Amici".


*Oibò





"Due Amici"

"E' il Mont-Valérien tuonava senza posa,demolendo a colpi di granata qualche casa francese,distruggendo strade,maciullando persone,mettendo fine a molti sogni,a molte gioie attese,a molte felicità sperate,aprendo in cuori di mogli,in cuori di figlie.in cuori di madri,lontano,in altri paesi,sofferenze che non sarebbero finite mai".


"Due Amici" è il breve racconto della raccolta "Mademoiselle Fifi" del 1882,ispirato ad un fatto realmente accaduto.
Ambientato "nell'affamata e rantolante" Parigi (diversamente da altre novelle che hanno come sfondo sempre le provincie francesi),ancora durante l'occupazione prussiana,un pacifico orologiaio,Morissot,incontra dopo molti anni il suo amico merciaio,Sauvage,appassionati entrambi di pesca.
Dopo aver ricordato i bei tempi trascorsi e bevuto abbastanza,i due,superficialmente,decidono di ritornare a pescare nel loro posticino grazie ad un lasciapassare di un colonello.
Proprio mentre pescano vengono scoperti da un gruppo di militari prussiani che pensando siano spie li uccidono senza pietà.
Anche qui la "guerra" è rappresentata come simbolo di "distruzione" non solo materiale ma anche di sentimenti,di speranze,di gioie,un fenomeno ineluttabile che fa dire a Morissot:

"E dire che sarà sempre così fino a quando ci saranno i governi."

Una guerra che porta con se anche tanta "crudeltà"e "spietatezza",incarnata nella persona dell'ufficiale prussiano che dopo aver ucciso i due amici,ordina al soldato di friggere i pesci pescati "mentre sono ancora vivi".
La "morte" anch'essa è descritta nella sua dura verità:"macabra",nella descrizione della fucilazione e nel seppellimento dei corpi nelle acque del fiume;"stupida",nell'avventatezza dei signori Morissot e Sauvage e "comica" nell'equivocare due innocenti come spie.




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