Donna Olimpia Pamphili,"La Pimpaccia di Roma"

"Per chi vuol qualche grazia dal sovrano/ aspra e lunga è la via del Vaticano/ ma se è persona accorta/ corre da Donna Olimpia a mani piene/ e ciò che vuole ottiene/ è la strada più larga e la più corta".
                                                      "Pasquino"*


Tra le figure mitiche ( ed oggi quasi leggendarie) della Roma del XIV secolo,vi è quella di Donna Olimpia Pamphili;un personaggio femminile che ebbe così grande influenza nella città eterna da rimanere nella storia come la "Papessa".




L'ascesa di Donna Olimpia comincia dal basso,nata Maidalchini nel 1594,a Viterbo,unica figlia femmina di un appaltatore alle dogane,venne costretta a farsi suora.
Fin da giovanissima dimostrò un carattere ferreo,affidata ad un prete per farle seguire la via monacale,lo accusò strategicamente di averla insidiata.Olimpia se ne ritornò a Viterbo vittoriosa,sposando a diciotto anni un ricco possidente del posto,Paolo Nini,che la lasciò vedova dopo tre anni,e soprattutto anche una cospicua eredità.
Con un'esistenza più comoda,Olimpia,poteva pensare alla sua scalata sociale.Non bella,ma intelligente e piacevole,dimostrava un carattere molto avido;durante un pellegrinaggio fortunoso,conobbe Pamphilo Pamphili (1564-1639) che sposò nel 1612.
I Pamphili erano una nobile famiglia romana che possedeva a Piazza Navona uno dei più bei palazzi.
Ma la figura di spicco a casa Pamphili era quella del cardinale Giovanni Battista (1574-1655),fratello di Pamphilo;era riuscito dopo una vita alquanto movimentata,ad ascendere alla porpora cardinalizia.
In questa figura,Olimpia trovò una forte sintonia e una comunione d'intenti,tanto da trascorrere le sue giornate più col cognato che col marito.Donna Olimpia vide in Giovanni Battista una pedina appetibile.
Quando nel 1639,Pamphilo morì,Donna Olimpia diventò la "signora della Casa" e le illazioni di una sua relazione fin troppo intima con il cardinale divennero molto rumorose in tutta Roma.
Nel 1644,Papa Urbano VIII morì;si aprì in seguito il conclave che vide l'elezione al soglio pontificio proprio di Giovanni Battista,che prese il nome di Innocenzo X.
Non si sa che influenza ebbe e il modo in cui la Pamphili riuscì ad indirizzare i voti verso il cognato,fatto sta che uscì vittorioso ancora,insieme alla sua famiglia che divenne più illustre.
Innocenzo X risultò essere,però,debole,nepotista e completamente dominato dalla figura della cognata che si stabilì in Vaticano,occupandosi di qualsiasi incombenza e di accumulare ricchezze su ricchezze illecitamente.Diede anche al figlio avuto da Pamphilo,Camillo (1622-1666),la carica di Cardinal Nepote,(in seguito Camillo abbandonò la carriera ecclesiastica per poter sposare la bella Olimpia Aldobrandini.)
In quel periodo Olimpia diventò il personaggio più importante della corte papale "non c'era favore,nomina,decisione,che non passasse per le sue mani e che non costasse,a chi chiedeva per suo tramite,molti soldi."
"La fama delle sue ruberie,l'assenza di scrupoli,la quotidiana battaglia tesa ad accrescere le sue ricchezze",le valsero l'odio del popolo romano,chiamandola con disprezzo "Pimpaccia".
Il suo fu un vero e proprio fenomeno tanto da creare preoccupazioni non solo al Vaticano ma inoltre negli altri Stati europei che non vedevano di buon occhio una donna trafficare negli affari.
Con il suo animo inflessibile e tenace superò i continui litigi e rappacificazioni col Papa,l'odio del popolo,gli scontri con la nuora che le voleva alienare l'aristocrazia romana; comunque non previde "l'ordine naturale delle cose".
Nel 1655,già affaticato,Innocenzo X morì.
Olimpia cercò di raccogliere frettolosamente ogni qualunque tesoro,tentando anche di manovrare il secondo conclave,ma con la scelta di un Chigi,Alessandro VII,fu costretta a fuggire a Orvieto,con le sue ricchezze che altrimenti sarebbero state riconsegnate al Vaticano come ordine del nuovo Papa.

Il ricordo della "Pimpaccia" rivive ancora nella memoria dei romani: secondo la leggenda ogni notte del sette Gennaio (data della morte di Innocenzo X) si può vedere una carrozza,carica di scudi,con una donna all'interno che corre velocemente il ponte Sisto,fino a gettarsi nel Tevere.






* Statua parlante di Roma a cui i cittadini affiggevano i loro malumori e lamentele.


Fonti:

"Le Donne di Roma",Laura Marino,Newton Compton Editori.

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