La "Nana" di Manet

"...mentre la giovane donna [...] si copriva il volto di cipria,evitando accuratamente di metterne sugli zigomi.Ma, quando il principe disse che,se fosse andata a cantare a Londra,tutta l'Inghilterra si sarebbe precipitata ad applaudirla,ebbe un sorriso cortese e si voltò un momento,con la guancia sinistra bianchissima,in mezzo a una nuvola di cipria.Poi ridiventò immediatamente molto seria : era giunto il momento del rossetto.Col volto vicinissimo allo specchio,immergeva il dito in un vasetto,si applicava il rossetto sotto gli occhi,lo spalmava con delicatezza,fino alle tempie.I signori tacevano rispettosamente."
("Nana",1880,Emile Zola)



  Voleva presentarlo al Salon des Beaux-Arts del 1878.Sarebbe stato un nuovo scandalo,come la "Déjeuner sur l' Herbe" e l' "Olympia".

Eduard Manet (1832-1888),proveniva da una famiglia agiata,di bell'aspetto,elegante,cortese,affascinava uomini e donne ed era l'uomo del momento.Da vero parigino,si sentiva a proprio agio nei caffé,nelle stradine e dipingeva ciò che più amava : le donne fascinose del demi-monde; cortigiane o prostitute,vere dee di Offenbach delle notti parigine.
 Il quadro in questione (1877),che ne eprimeva la volubilità e fugacità era "Nana".

In un boudoir,in primo piano,si presenta una giovane donna sinuosa,stretta nel suo corsetto blu,in sottoveste bianca e tacchi alti; si sta truccando davanti ad uno specchio come se fosse distratta da qualcosa,o qualcuno.
Dietro di lei,seduto sul divano un elegante signore con cilindro e bastone in mano,la guarda mentre si prepara,senza pudore.
Non è la stanza di una madame,di una donna onesta,ma di una cocotte;si capisce non solo dal déshabillé della ragazza,ma nella toeletta ancora incompiuta davanti all'uomo/cliente.
Un mondo che Manet conosceva bene,da uomo gaudente quale era,fatto di case chiuse,potenza del denaro,potenza dell'uomo ( il bastone che tiene tra le mani il cliente diviene simbolo di comando) e potenza del sesso.


La modella del dipinto era l'attrice/cortigiana Henriette Hausser ( ? ), bellezza rossa,dalla pelle madreperlacea,generosa e disponibile,molto nota come l'amante del "disordinato" principe Guglielmo di Orange-Nassau (1840-1879),primogenito di Guglielmo III dei Paesi Bassi.
Henriette aveva affibbiato il soprannome di "Citron"* al suo amante e il principe era ormai conosciuto con quel nomigliolo.
Venne presentata a Manet proprio dal principe,e la ritrasse per la prima volta nel 1876,"Davanti allo Specchio".
Ma non fu solo la bella Henriette ad ispirare il pittore francese per quest'opera.
Il quadro,infatti,segnò per Manet un momento di "ricerca naturalistica" che aveva tangenze con il percorso letterario del suo amico Emile Zola (1840-1902).
Nel 1877,era uscito "L'Assommoir",romanzo dello scrittore Zola,che come i quadri di Manet,sigillò una "rottura" con la società del tempo.
Manet rimase affascinato dal personaggio di Nana,figlia della protagonista Gervaise,prostituta di lusso che inizia la sua scalata sociale*.
Comunque il quadro fu rifiutato dal Salon; il tema troppo forte aveva dato fastidio al perbenismo dell'epoca.
Per protesta Manet,lo espose nella vetrina di un negozio di modista,il che provocò ancora disordini.





*.Probabilmente lo stesso Zola si ispirò con questo dipinto per descrivere la scena dove Nana si trucca in un camerino del teatro nell'omonimo romanzo.





Fonti:

"Manet" di G-G.Lamaire,Art Dossier,Giunti.
"Impressionisti,biografia di un gruppo",Sue Roe,Editore Laterza,2010.

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