"L'Eredità" di Louisa May Alcott
"In un verde parco, dove gruppetti di cervi dagli occhi languidi erano sdraiati a riposare sotto alberi cascanti e la limpida distesa del lago faceva da specchio ai fiori che crescevano sulle rive, lì sorgeva, imponente, la dimora di Lord Hamilton, per metà castello e per metà magione.Qua e là spuntava qualche vecchia torretta grigia o un arco ricoperto d'edera, mentre i giardini fioriti che circondavano la casa e i balconi inondati dal sole aggiungevano eleganza e bellezza all'antico castello in rovina, rendendolo un'abitazione armonica e gradevole."
A volte il cuore sente il bisogno di guardare indietro, di tornare alle origini.
Non succede solo nella vita, ma anche con i libri.
Grande è stata la mia gioia nello scoprire questo breve romanzo inedito, che fu il primo della celebre autrice del ciclo delle "Piccole Donne".
Permettetemi questa premessa.
Louisa May Alcott è stata la figura che più mi ha introdotta nel mondo della letteratura; nell'amore e nella passione dei libri, e ripeto ancora, non solo; ciò che sono lo devo anche a lei.
Durante le ore solitarie e spensierate di una ragazza timida e cicciottella, passate nella lettura delle sue opere,di nascosto dai genitori; grazie a lei ho accolto i suoi valori trasmessi, le sue eroine così reali e coraggiose, che fanno della Alcott una delle scrittrici femministe ante-litteram, superiore ( in ciò ) alla Austen e a Charlotte Bronte.
Il "primo componimento" della scrittrice americana Louisa May Alcott ( 1832-1888) fu "Flower Fables", una raccolta di racconti pubblicata nel 1854.
Questo fino al 1990, quando all'Università di Harvard, due ricercatori americani recuperarono un manoscritto del 1849, autografato dalla Alcott; il suo primo, vero romanzo scritto a diciassette anni.
Negli anni 40 dell'Ottocento, la famiglia Alcott ( il padre Bronson fu un pedagogista amico di grandi intellettuali trascendentalisti del cosiddetto Rinascimento Americano ), si ritrovò in difficili condizione economiche.
Louisa e sua sorella maggiore Anna, si prestarono come insegnanti nelle scuole, la madre Abigail in alcune società benefiche.
Per la Alcott, in questo ambiente restrittivo e poco soddisfacente, la sua unica evasione, oltre alla lettura di grandi classici, era la scrittura, ove poteva riporre ogni velleità, ogni speranza di diventare una scrittrice famosa.
Nell' "Eredità" vedremo quelle prime bozze che più profonde e raffinate saranno il marchio di fabbrica delle future opere.
Nella campagna inglese, Edith, una bellissima ragazza di origini italiane, ma orfana e priva di mezzi, è stata cresciuta dagli Hamilton, una aristocratica famiglia del posto, dove ammirata e rispettata come una di loro per le sue doti di grazia,pazienza e coraggio, diventa ben presto non solo l'istitutrice ma anche amica della più giovane Lady Amy.
Nonostante la benevolenza della famiglia, incontra spesso l'arroganza e la maldicenza dell'invidiosa nipote degli Hamilton, Lady Ida.
Ma la sua storia prenderà una strada ben diversa; un amore nascosto e una fortuna inaspettata,cambieranno la sua vita.
Si tratta di un romanzo dalla trama sentimentale molto semplice e a tratti banale, dalla narrazione scarna e poco rifinita; certamente non una lettura da gustare appieno.
Altresì potremmo trovare come giustificazione il fatto che fosse il lavoro fosse un esperimento letterario ed il primo di una scrittrice in erba.Pur con delle limitazioni, tuttavia, si scoprono tratti ricorrenti nel mondo alcottiano e soprattutto nelle sue eroine, coraggiose, altruiste e nobili di cuore come Edith, sebbene questa sia così distante dalle più definite e reali sorelle March o della Polly di "Una Ragazza Acqua e Sapone".
Perché la mancanza più forte della protagonista dell' "Eredità" è quella indipendenza e intraprendenza che caratterizzeranno le ultime.
Seppur velatamente qui, la Alcott si fa portavoce di quei valori della provincia americana,quali l'armonia con la natura, l'amore di Dio, la pazienza, la laboriosità, la famiglia e il relativo valore del danaro, e rivela le sue idee sulla superiorità, non sempre apprezzata e condivisa nel XIX secolo, della figura femminile, contro il retrogrado universo maschile.
Ora bisognerebbe spendere qualche parola sulla emergente casa editrice "Jo March", che ha avuto il merito e il coraggio di aver proposto questo breve e dimenticato romanzo, per la felicità di chi come me ha amato Louisa May Alcott.
Purtroppo, però, è da sottolineare quanto questo sia di difficile reperibilità : inutile affidarsi alla propria libreria di fiducia, se non si vogliono aspettare trenta giorni ( se non avete la pazienza di Edith lasciate perdere ), quindi consiglio di comprare direttamente dal loro sito.
E ancora,nonostante tutto, ho trovato l'introduzione poco attinente al libro, poiché rimandare esclusivamente alla trama di "Piccole Donne", vuol dire andare fuori tema e confondere il lettore.
Per cui il pensiero che mi sono fatta è che il libro non sia stato rivisto e curato a dovere.*
Davvero un gran peccato.
M.P.
* C'è nella cronologia biografica dell'autrice, anche un errore di traduzione : la sua opera "Eight Cousins or the Aunt Hill " viene tradotta come " Otto Cugini o la Zia Hill". In realtà hill è collina,non un nome.
Libro :
"L'Eredità", L.M.Alcott, casa editrice Jo March
Louisa M.Alcott |
A volte il cuore sente il bisogno di guardare indietro, di tornare alle origini.
Non succede solo nella vita, ma anche con i libri.
Grande è stata la mia gioia nello scoprire questo breve romanzo inedito, che fu il primo della celebre autrice del ciclo delle "Piccole Donne".
Permettetemi questa premessa.
Louisa May Alcott è stata la figura che più mi ha introdotta nel mondo della letteratura; nell'amore e nella passione dei libri, e ripeto ancora, non solo; ciò che sono lo devo anche a lei.
Durante le ore solitarie e spensierate di una ragazza timida e cicciottella, passate nella lettura delle sue opere,di nascosto dai genitori; grazie a lei ho accolto i suoi valori trasmessi, le sue eroine così reali e coraggiose, che fanno della Alcott una delle scrittrici femministe ante-litteram, superiore ( in ciò ) alla Austen e a Charlotte Bronte.
Il "primo componimento" della scrittrice americana Louisa May Alcott ( 1832-1888) fu "Flower Fables", una raccolta di racconti pubblicata nel 1854.
Questo fino al 1990, quando all'Università di Harvard, due ricercatori americani recuperarono un manoscritto del 1849, autografato dalla Alcott; il suo primo, vero romanzo scritto a diciassette anni.
Negli anni 40 dell'Ottocento, la famiglia Alcott ( il padre Bronson fu un pedagogista amico di grandi intellettuali trascendentalisti del cosiddetto Rinascimento Americano ), si ritrovò in difficili condizione economiche.
Louisa e sua sorella maggiore Anna, si prestarono come insegnanti nelle scuole, la madre Abigail in alcune società benefiche.
Per la Alcott, in questo ambiente restrittivo e poco soddisfacente, la sua unica evasione, oltre alla lettura di grandi classici, era la scrittura, ove poteva riporre ogni velleità, ogni speranza di diventare una scrittrice famosa.
Nell' "Eredità" vedremo quelle prime bozze che più profonde e raffinate saranno il marchio di fabbrica delle future opere.
Nella campagna inglese, Edith, una bellissima ragazza di origini italiane, ma orfana e priva di mezzi, è stata cresciuta dagli Hamilton, una aristocratica famiglia del posto, dove ammirata e rispettata come una di loro per le sue doti di grazia,pazienza e coraggio, diventa ben presto non solo l'istitutrice ma anche amica della più giovane Lady Amy.
Nonostante la benevolenza della famiglia, incontra spesso l'arroganza e la maldicenza dell'invidiosa nipote degli Hamilton, Lady Ida.
Ma la sua storia prenderà una strada ben diversa; un amore nascosto e una fortuna inaspettata,cambieranno la sua vita.
"The Artist's Son and Sister in the Grarden at Sevres" ( 1890 ), M.Bracquemond |
Si tratta di un romanzo dalla trama sentimentale molto semplice e a tratti banale, dalla narrazione scarna e poco rifinita; certamente non una lettura da gustare appieno.
Altresì potremmo trovare come giustificazione il fatto che fosse il lavoro fosse un esperimento letterario ed il primo di una scrittrice in erba.Pur con delle limitazioni, tuttavia, si scoprono tratti ricorrenti nel mondo alcottiano e soprattutto nelle sue eroine, coraggiose, altruiste e nobili di cuore come Edith, sebbene questa sia così distante dalle più definite e reali sorelle March o della Polly di "Una Ragazza Acqua e Sapone".
Perché la mancanza più forte della protagonista dell' "Eredità" è quella indipendenza e intraprendenza che caratterizzeranno le ultime.
Seppur velatamente qui, la Alcott si fa portavoce di quei valori della provincia americana,quali l'armonia con la natura, l'amore di Dio, la pazienza, la laboriosità, la famiglia e il relativo valore del danaro, e rivela le sue idee sulla superiorità, non sempre apprezzata e condivisa nel XIX secolo, della figura femminile, contro il retrogrado universo maschile.
Ora bisognerebbe spendere qualche parola sulla emergente casa editrice "Jo March", che ha avuto il merito e il coraggio di aver proposto questo breve e dimenticato romanzo, per la felicità di chi come me ha amato Louisa May Alcott.
Purtroppo, però, è da sottolineare quanto questo sia di difficile reperibilità : inutile affidarsi alla propria libreria di fiducia, se non si vogliono aspettare trenta giorni ( se non avete la pazienza di Edith lasciate perdere ), quindi consiglio di comprare direttamente dal loro sito.
E ancora,nonostante tutto, ho trovato l'introduzione poco attinente al libro, poiché rimandare esclusivamente alla trama di "Piccole Donne", vuol dire andare fuori tema e confondere il lettore.
Per cui il pensiero che mi sono fatta è che il libro non sia stato rivisto e curato a dovere.*
Davvero un gran peccato.
M.P.
* C'è nella cronologia biografica dell'autrice, anche un errore di traduzione : la sua opera "Eight Cousins or the Aunt Hill " viene tradotta come " Otto Cugini o la Zia Hill". In realtà hill è collina,non un nome.
Libro :
"L'Eredità", L.M.Alcott, casa editrice Jo March
Ammetterò questa mia pecca pubblicamente: io non ho mai letto Piccole donne. Lo so, lo so. Gravissimo :)
RispondiEliminaIn ogni caso, che bello questo post. E che belle queste meravigliose pubblicazioni della Jo March! *.*
Si, veramente ha il coraggio di pubblicare romanzi dimenticati,ma dovrebbe farlo con più professionalità!
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