Musei che hanno stoffa : "Il Museo del Tessuto e del Costume" di Spoleto


Ebbene si, anche questa estate l'ho trascorsa ancora nella verde Umbria, e ancora nella città di Spoleto, patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Lo scorso anno, tanto mi ero affezionata a quei posti, che ho ripromesso di ritrovarli anche quest'anno, per non lasciarmi mancare nulla del luogo.
Ho potuto visitare il "Museo Archeologico Statale" e il "Teatro Romano", la "Casa Romana", il "Museo Diocesano" e dopo avervi raccontato della Basilica di San Salvatore, oggi provo a descrivervi un tipo di museo in cui non mi sono mai imbattuta : un museo del costume, il "Museo del Tessuto e del Costume" di Spoleto.


Situato ne all'antico palazzo nobiliare Rosari-Spada ( XVII-XVIII ), appartenuto ad una famiglia spoletina; il percorso museale si articola in cinque sezioni, ognuna con tematiche differenti, la cui collezione proviene soprattutto dal fondo "Bianca e Virgilio Portoghesi", acquisito dal Comune.
Le piccole sale si snodano attraverso quello che fu il piano nobile del palazzo, la cui bellezza si riscopre guardando gli alti soffitti finemente decorati.
I tesori della collezione non si riferiscono esclusivamente alla produzione locale, ma riflettono uno spaccato della storia del tessuto e del costume dal periodo tra il XIV e XX secolo, rappresentato da paramenti sacri, costumi, accessori, tessuti operati e tessuti umbri.
E si lascia per un attimo il nostro secolo, per compiere un breve viaggio che ognuno di noi vorrebbe realizzare attraverso le epoche.

Soffitto del piano nobile

Si inizia con i paramenti liturgici, realizzati con tessuti antichi, tra cui abiti appartenuti ai priori della città, completi di copricapo, cravatte in pizzo e catene d'oro, la cui ricchezza e varietà confermano l'incomparabile cura rivolta all'immagine sacerdotale.

Piviale, 1750 circa

Nella terza sala, possiamo trovarci davanti ai cosiddetti tessuti operati*, la cui osservazione permette di seguire lo sviluppo tecnico e disegnativo delle produzioni tessili.Assieme a questi, si trovano i famosi tessuti perugini, legati alla storia dell'artigianato popolare umbro, ossia teli rettangolari in lino di colore avorio, bardati di bande di cotone definite da soggetti animali, vegetali, elementi architettonici e geometrici.L'impiego di tali tessuti, veniva utilizzato come tovaglie di altare, stole, copricapi.Veri e propri pezzi unici e preziosi, simboli della grandezza dell'arte tessile italiana.

Tessuto operato
Tessuto operato
Tessuto perugino

Ma a far strabuzzare gli occhi è la quarta sala, ove sono esposti gli accessori, sia maschili che femminili : cuffie, calzature, borse, cinture, scialli, guanti, calze, nastri, ventagli, fazzoletti; tutto quello che poteva distinguere ed abbellire una donna o un uomo.
Le cuffie femminili da giorno e da notte ( XII-XX secolo ), sono un richiamo alle arti del merletto prodotto in Italia, già utilizzate da Greci e Romani, le cuffie erano molto diffuse anche tra gli uomini, sotto la berretta per mantenere assestata la capigliatura.
Nel museo ve ne sono miriadi di esemplari, in tessuto listato serico, o velluto, con pietre preziose e adorne di ricami e trine, pronte per essere indossate.
Numerose le borse che partono da quelle quattrocentesche a quelle risalenti al XX secolo.Borse e scarpe venivano accordate all'abito, mediante l'utilizzo degli stessi tessuti, seguendo sempre un accordo cromatico ben preciso.

Cuffie
Borse

Carnet di ballo, velluto in seta, taffetas, trine in argento, 1805 circa

Fra quest'ultime, si possono ammirare le preziose pianelle femminili, in panno di lana e velluto, scarpe a pantofola, gli zoccoletti femminili, le calzature con tacco a tronchetto con motivi orietaleggianti, come di gusto orientale il modello a punta curva leggermente sollevato.

Scarpe


Ho volutamente lasciato per ultima la seconda sala, data la sua importanza di gioiello di primo piano della collezione.
Entrando si è subito abbagliati e stupiti ne ritrovarsi davanti un abito del XVIII secolo intatto, e dall'eleganza inimmaginabile.
La tradizione vuole che sia appartenuto alla principessa di Canino, Alexandrine de Bleschamp Bonaparte ( 1778-1855 ), colta e devota moglie di Luciano Bonaparte ( 1775-1840 ), fratello di Napoleone, il cui matrimonio con Alexandrine, ruppe i rapporti col più famoso fratello.
L'abito da sera, risulta in seta, con ricamo in lamina d'argento completamente esteso sul tessuto; corpino a vita alta, ampio scollo, maniche corte a palloncino e strascico, come da uso nello stile impero.

Abito di Alexandrine Bonaparte

Accanto l'abito da cerimonia ( XIX secolo ), del conte Valerio Zacchei Travaglini, nominato da Napoleone Maire dell'Alto Trasimeno e insignito della Legion d'Onore, in velluto blu cangiante, teletta d'argento e taffetas con ricami d'oro; anche qui eleganza ed arte si sposano magnificamente.
Caratteristico della metà dell'Ottocento è il secondo abito femminile, da giorno, realizzato con una leggerissima tela quadrettata in seta e lana, decorata con mazzolini di fiori policromi stampati.Il modello, costituito da una ampia gonna a cupola, arricciata in vita e montata su un corpino staccato e pieghettato che sottolinea con furbizia la figura sottile del punto vita.

Abito del conte Zacchei Travaglini
Abito da giorno

Oltre agli abiti civili, si possono notare nelle vetrine, i leziosi e quanto mai moderni, busti femminili, confezionati con rigide stecche di vimini e di balena, che testimoniano la tendenza costrittiva tipica del Sei-Settecento.

Busto femminile, taffetas, tela di lino, stecche di vimini, XVIII secolo


Ma la sfilata di abiti, accessori, tessuti, non si ferma solo a quelli che vi ho raccontato; ve ne sono tanti altri, che meritano di essere visti per la loro notevolezza artistica e storica, in questo piccolo museo, per il quale ne ho apprezzato l'organizzazione, il percorso tematico e la sua accuratezza, oltre alla possibilità di scattare foto, per trasmettere e diffondere usi e costumi di epoche diverse.
La nostra cultura, di quel che fummo.



M.P.



* Sono armature complesse, eseguiti sul telaio al tiro.Sono ottenuti dall'interazione di due o più armature o dalle due facce della stessa armatura.



Fonti :

Guida "Spoleto Musei"


Le foto realizzate da Alessandro Tommasi sono riservate.



Museo : "Museo del Tessuto e del Costume", Spoleto
Palazzo Rosari-Spada
Ingresso da C.so Mazzini, biglietto intero : 3 euro

Commenti

  1. Molto interessante, soprattutto per la parte sugli accessori!
    Tornare in un luogo già visitato permette di soffermarsi su ciò che, inevitabilmente, ci si è lasciati alle spalle, non avendo il tempo di vederlo o scoprendo magari subito dopo il ritorno della sua esistenza. Non so se sia il tuo caso, ma in tanti viaggi mi sono imbattuta in piccole chicche che, però, inevitabilmente diventavano secondarie rispetto ad attrazioni più clamorose (penso, quest'anno, alla necessità di saltare una visita al paesino in Valchiusa dove visse Petrarca o al museo della lavanda)... il ritorno permette di gustare ciò che si è tralasciato!
    E poi questo museo del tessuto è in pieno "stile Appuntario"! ^_^

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  2. Grazie Cristina, in effetti è proprio il post giusto per il blog, anche se molti pensano che questi musei siano troppo superficiali e da donne e non si rendono conto della loro preziosità storica.
    E' vero, è naturale andare a vedere luoghi, musei o monumenti più celebri e un peccato tralasciarne ( come dici tu per necessità, non avendo il dono dell'ubiquità ) altri. Per questo sono ritornata a Spoleto e anche, lo ammetto, per la meravigliosa casa vacanze dove ho soggiornato ;-)

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  3. Molto bella e interessante questa tua visita, sembra proprio di calarsi in un'altra epoca. Bellissime le borse e molto curiose le scarpe... Complimenti anche al fotografo, che ci ha permesso di notare bene i particolari ;-)

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