La mia Giornata a Più Libri Più Liberi 2016



Molti appassionati lettori hanno invidiato quest'anno la bella fiera letteraria del Salone del Libro di Torino, chiusasi a maggio con forti polemiche ma pure con numerose presenze ed esaltante riuscita.
Arrivare a Torino non è un viaggio per tutte le tasche, ma Roma, da ben quindici edizioni, vanta l'unica fiera al mondo dedicata all'editoria indipendente. Un successo andato via via in crescendo fino a diventare uno dei più grandi appuntamenti letterari, forte della partecipazione di piccole e medie case editrici, unite a letture, dibattiti, incontri con gli autori, presentazioni di libri e casi editoriali o di attualità.
Un nuovo modo di promuovere la lettura più semplicemente e arrivando più direttamente al lettore, senza vanesie articolarità e alla portata di tutte le età.


"Più Libri Più Liberi 2016" si è svolto quest'anno dal sette all'undici dicembre, approfittando del lungo ponte dell'Immacolata, come sempre nel Palazzo dei Congressi, a pochi passi dalla bianca e luminosa Piazza Marconi e davanti alla splendida immagine del "Colosseo Quadrato".
Ritagliatami uno spazio nella giornata di giovedì, ho potuto debuttare alla mia prima importante fiera del libro.
Oltre quattrocento stand posizionati su due livelli hanno portato, me povera novellina, imbarazzata e confusa in un paese dei balocchi. Camminando lungo la fiera, pochi minuti dopo l'entrata, già si poteva pregustare il piacere di vedere lunghi bancali di libri, molti ancora da riposizionare e dietro giovani a parlottare sull'organizzazione della giornata.
Ho apprezzato in modo particolare l'ampia opportunità a scelta fra i diversi generi : non solo case editrici oggi in voga come la Sellerio, l'Iperborea o la NN Editore, ma case storiche o nuove di cinema, filosofia, politica, religione, perfino sui percorsi in montagna e finalmente tante sezioni dedicate all'infanzia, fiabe, miti, disegni da colorare, tutto per unire il gioco alla conoscenza e avvicinare il bambino più restio, come da anni fa la Topipittori.
Un interculturalità che si manifesta anche guardando i visi delle tante persone accorse : giovani, bambini, anziani, stranieri; intenti a fugaci letture prima di comprare il desiderato libro, scambi di opinioni con responsabili o amici, corse per poter farsi autografare un romanzo, camion di catering che arrivavano e poi telecamere, addetti alle informazioni, radio collegate, ragazzi che offrivano riviste e una sala stampa sempre in movimento. Lo scenario sembrava simile a quei dipinti brulicanti di Hieronymus Bosch; certamente non inquietante.
Ho trovato persone gentili e competenti in vari stand, tra i quali l'"Orma Editore", la "Add Editore" e la "Minimum Fax", altre mi hanno un po' deluso.
Un incontro a cui non potevo mancare era il "Premio Alghero Donna 2016 di Letteratura e Giornalismo", dedicato agli ottant'anni dalla morte della scrittrice sarda e premio Nobel Grazia Deledda.
Premi andati per i lavori svolti dall'attrice e conduttrice Barbara de Rossi e alla giornalista e scrittrice Concita de Gregorio che ha discusso sull'evoluzione della donna e sul suo libro-indagine "Cosa Pensano le Ragazze".



La manifestazione si è animata ulteriormente a metà mattinata e con essa i visitatori e addetti, grazie anche ad un personaggio.
Non sono un amante dei fumetti, eppure mi sono emozionata ad aver vicino Zerocalcare allo stand della Bao.





Proprio qui, mi ricordo di aver visto una delle scene più commuoventi : un ragazzo timido e con le mani tremanti, in attesa di un autografo dal fumettista.
Tra gli appunti negativi, devo scrivere dell'area ristoro che non ha nulla di riguardante sui libri, ma che ha trovato il grande disappunto del mio ragazzo (il quale non ha nessuna familiarità con la lettura). Un posto angusto, con pochi tavoli, troppo pochi per far accomodare tante persone e uno spazio (riservato a chi prendeva qualche primo piatto), praticamente vuoto ma inottenibile.
Abbiamo mangiato in piedi, poco male, tuttavia stretti come sardine.
Ma anche l'allestimento degli stand non seguiva un percorso lineare, tanto da passare più volte dove si era già ripassati.
Il prezzo dei libri (eterno dibattito fra lettori e blogger), pur favoriti dallo sconto del venti per cento, rimanevano per alcuni inaccessibili.
La mattinata ha poi lasciato il posto al pomeriggio e mal mi sono accomiatata da questo posto, sperando però di ritornarci il prossimo anno, con più consapevolezza.
Non so quanto di vero e buono ci sia in un evento come questo (una prima e breve esperienza non può dire molto), ma conosco la difficoltà di fare cultura in una città come Roma, di quanti ostacoli si trovino e di quante rinunce alla fine si presentino. Vivo da anni nell'ambiguità di trovarmi nella Capitale del più grande patrimonio culturale del mondo e insieme della più depredata. Perché quando si realizza un progetto non è per un perdurare negli anni, ma un bene da sfruttare per pochi. Auspico per la mia città una cultura più libera e non provata, almeno questa, dalla corruzione.






M.P.



Le foto sono di Alessandro Tommasi.

Commenti

  1. Da quello che leggo, mi sono fatta un'idea positiva di questo evento, che dovrò rassegnarmi a non vedere mai, a causa della distanza. Buona anche la possibilità di acquistare i libri scontati: anche a Torino se ne sente il bisogno.

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    1. Di solito alle fiere si vendono prodotti scontati... Non pensavo che non fosse così a Torino.

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  2. Sono felice che la tua esperienza a Roma sia stata positiva! :)

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  3. Michela sarebbe bello poterti parlare..ci sei su fb?

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