Il Castello "baciato dal mare", quello di Santa Severa


Prima di descrivere e raccontare un po' del luogo che considero il più affascinante visitato quest'anno, voglio accennare al mio soggiorno fermano di due mesi fa, che si ricollega per vie non scontate a questo. Un breve soggiorno, ma abbastanza per capire quanto più del terremoto, a portare sconforto nella quotidianità delle persone è subentrata la burocrazia.
A Fermo, nelle Marche, la maggior parte degli edifici pericolanti è in ristrutturazione, cosa buona, ma il rifacimento è partito troppo tardi. Una signora del posto mi ha detto che non hanno più una chiesa dove andare a pregare.
Scrivo queste righe a pochi giorni dall'incendio di Cosenza, dove sono andati perduti importanti scritti del filosofo Telesio e a poche ore dal terremoto di Ischia... Veramente troppa sconsideratezza per il nostro fragile patrimonio culturale.



A quaranta chilometri dalla Capitale, percorrendo la via Aurelia, ci si può regalare almeno un giorno di distensione e quiete davanti ad un mare limpido e un appagante isolamento dalla consuetudine cittadina. Santa Severa, è l'unica frazione di Santa Marinella (RM), comune rinomato soprattutto dai corregionali laziali più che dai romani, dove lo stesso Giorgio Bassani, estasiato dai suoi scenari vi scrisse "Il Giardino dei Finzi-Contini". E certamente non si può dar torto allo scrittore ferrarese vista la spiaggia cosparsa di sassi, il forte vento che alza la brezza marina e una folta vegetazione.
Santa Severa prende il nome dall'omonima santa, martirizzata in questi luoghi intorno al II secolo d. C.; ma le sue origini sono molto più lontane: infatti questa è stata per secoli un agglomerato di culture e popoli diversi fra loro. Costruita sulle rovine dell'antica Pyrgi, abitato etrusco frequentato anche da fenici e greci, e in seguito colonia romana.
A catalizzare lo sguardo è la maestosa bellezza del suo castello dalle triplici cinte murarie, eretto dai normanni intorno all'anno 1000.
Abbandonato da anni dall'uomo e dal tempo, la Regione ha fortemente creduto nel progetto di restaurarlo ed aprirlo al pubblico, ridando vita ad un lungo pezzo di storia, non indifferente.
Lo chiamano "il castello baciato dal mare", perché le acque del Tirreno lo avvolgono tutt'intorno creando un'atmosfera d'incanto. Mi sono affacciata da una piccola finestra ed è stato emozionante vedere uno scorcio di paesaggio e giù lo strapiombo sul mare.
Dimora di principi e papi illustri, dopo i secoli XIII e XIV dove ospitò famiglie romane, dal XVI passò in mano alla corte papale che ne fece uso per brevi soggiorni. Nel '500 ebbe il suo massimo splendore grazie anche all'interessamento di Papa Leone X (1513-1521), colpito dalla moltitudine di flora e fauna della zona.
Il diciotto ottobre 1615 il castello accolse con tutti i fasti dovuti il samurai Hasekura Tsunenaga (1571-1622), primo ambasciatore del Giappone venuto per una missione diplomatica a Roma per Paolo V (1605-1621). Pio IX invece fu l'ultimo papa castellano.
Il tre ottobre 1799 subì il primo sfregio da parte dell'uomo : i soldati napoleonici, abbandonata Roma, ripiegarono su Santa Severa, saccheggiando il castello e il borgo.
Nel 1940 i tedeschi ne usufruirono nella Seconda Guerra Mondiale, per farne spazi militari e dieci anni dopo si affrancò a Santa Marinella.
Il percorso museale si divide in quattro sezioni. Nella prima si viene guidati nella parte più alta del castello e la più antica, quella della Torre Saracena del XII secolo, dalla quale si gode di un panorama che ferma per un attimo il respiro con il suo mare infinito. Essa serviva come punto di osservazione e difesa dell'edificio e del borgo circostante.

Dalla Torre Saracena

Il Museo Storico del Castello, posto all'interno della torre, ripercorre le sue origini con foto, immagini, descrizioni, oggetti rinvenuti nel corso degli anni e accompagnato da abiti femminili finemente ricostruiti.

Interno del Castello




Nave romana
Nave fenicia

Nave punica

Chiesa dell'Assunta


Il complesso aggiunge alla sua ricchezza due importanti reparti che continuano nello studio e nel recupero di dati storici e nello sviluppo di nuove tecnologie per capirli.
Il Museo del Territorio si apre come una piccola casa di campagna al suo esterno, con vecchi attrezzi utilizzati in agricoltura, dalla decespugliatore alla trebbiatrice; e ad accogliere il visitatore in questa casetta ricca in ogni spazio di foto d'epoca, oggetti di lavoro antichi, minerali, porcellane, ampolle, si presenta con una allegria inaspettata il professore chimico e geologo Giulio : nato nel castello, ma come lui afferma "non sono un principe". Il signor Giulio narra un pezzo di storia mancante nel castello.
Prima degli anni trenta del Novecento il borgo non esisteva più; il luogo era infestato dalla malaria e solamente con la dittatura fascista l'area venne bonificata per far posto alle case degli alti gerarchi. Suo padre fu proprio uno di quelli che costruì mattone su mattone le abitazioni.
Lo scopo del signor Giulio è quello di reperire materiali e ricordi sulla sua famiglia come quella della comunità, portando avanti un progetto di valorizzazione del territorio.

Museo del Territorio

C'è passione sul suo viso e abnegazione su un lavoro che svolge da volontario.
Il punto di forza e vanto del complesso è il Museo del Mare e della Navigazione Antica.
Si da sempre molta importanza nel mondo antico alle battaglie, agli avvenimenti, agli usi e costumi dei popoli, alle costruzioni monumentali, eppure non abbastanza a quanto l'uomo abbia usufruito vantaggiosamente della natura. Il mare in primis, per la fauna marina, gli scambi commerciali, per la sopravvivenza.
Ciò che ho apprezzato in questa sezione, è stato il modo di far riemergere dal passato un mondo poco conosciuto e che nemmeno un libro, anche il più dettagliato, può rendere così "visibile", attraverso reperti preziosi come anfore, dolium (grandi otri di vino), parti di navi, ricostruzioni di porti, navi etrusche, puniche, romane, e viene in mente subito quanto il nostro Mediterraneo, in passato, sia stato così pieno di "vita".


Porto di Cartagine



Dolium
Ricostruzione dei ritrovamenti marini



Fra le attrazioni degne di essere citate, è presente una ricostruzione di una nave da carico romana colta in un momento di difficoltà causato dalle cattive condizioni del mare. Questa è riprodotta fedelmente sulla base di una che veramente naufragò intorno al III secolo d. C.
Accanto una ricostruzione al vero della stiva della stessa nave romana, riproposta esattamente con le sue dimensioni reali, con l'uso degli stessi materiali lignei e con la stessa tecnica. Nella rappresentazione, tra le anfore, due marinai controllano la merce ed eventuali infiltrazioni d'acqua in un momento così drammatico.
In ultimo vorrei spendere qualche parola anche sul bookshop che ho trovato molto fornito di libri specifici e adatto anche ai visitatori più piccoli.





Il Museo del Mare e della Navigazione Antica ha ricevuto premi, riconoscimenti, persino dal divulgatore Alberto Angela che dedicò uno speciale nel programma "Superquark".
Al castello è riservata anche una parte dedicata ai concerti, conferenze, mostre, spettacoli letterari ed esibizioni che si svolgono esclusivamente d'estate.
Penso che si potrebbe migliorare l'accoglienza al complesso mediante una guida, allo scopo di illustrare con più dovizia di particolari le meraviglie di questo sito, non modificando però il prezzo del biglietto, perché ogni forma di cultura deve essere accessibile a tutti.

Il castello di Santa Severa è un'officina, in continuo studio e ricerca. Una eccellenza italiana per la salvaguardia della storia e della bellezza del territorio, la prima nostra forma d'arte.



M.P.



Le foto realizzate da A. Tommasi sono riservate.



Sito del castello di Santa Severa





Commenti

  1. Ciao Michela! Un articolo veramente interessante su un luogo che non conoscevo.
    Purtroppo ciò che scrivi all'inizio dell'articolo è amara verità: noi italiani abbiamo poca cura del nostro importante e prezioso patrimonio storico. Città sporche, edifici inagibili o pericolanti, musei e chiese chiuse o con biglietti troppo cari per le nostre tasche (la Reggia di Venaria, in Piemonte, prevede un ticket d'ingresso di 20 euro... pura follia); per non parlare dello scandalo del nostro Museo di Scienze Naturali di Torino chiuso dal 2013 a causa di un estintore difettoso...! Vergognoso.

    Per fortuna, però, ci sono i volontari e c'è chi crede fortemente nel turismo nel nostro bellissimo Paese!

    Un saluto,
    Claudia

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    1. Grazie Claudia per la tua visita! L'Italia potrebbe essere il primo paese del mondo perché possiede un valore più duraturo del petrolio, la cultura; eppure sembra non interessarcene. Anche il costo rialzato dei biglietti dei musei è un delitto perché il prezzo proibitivo allontana ancora di più il ceto medio, coloro che veramente fanno girare l'economia.

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