"L'Amante di Lady Chatterley" di David Herbert Lawrence


Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s'è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro; la strada verso l'avvenire non è agevole: bisogna aggirare gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa, dobbiamo pur vivere.
Tale, più o meno, era la situazione di Costance Chatterley. La guerra le aveva fatto crollare il cielo in testa. Ma aveva capito che bisognava vivere e imparare.




Da ragazza è capitato che di colpo abbandonassi la lettura di qualche libro. Poteva accadere dopo qualche riga o anche a metà del romanzo e la causa era da ripescare nella non trovata affinità con l'opera o, nella maggior parte dei casi, per la poca "esperienza di lettrice".
Non mi sentivo abbastanza matura per affrontare una particolare tematica o narrazione e mi trovavo distante mille leghe dal mondo dove ero capitata.
Così è stato anche per "L'Amante di Lady Chatterley": al mio primo approccio mi ero ritrovata spaesata, nel contesto, nella mente della protagonista. Non pensavo di essere bigotta eppure non riuscivo a dare un significato coerente al sesso esplicito che vi era descritto. Quando ho ripreso in mano il libro, poco tempo fa, ho scoperto un testo che andava la di là di quelle immagini, che attraverso di esse si scoprivano le fobie e i malesseri dell'epoca.
La vita di questo romanzo non fu facile.
Messo al bando in tutta Europa (e in particolar modo in Gran Bretagna) perché considerato il più osceno del momento, salì addirittura sul banco degli imputati nel 1960, quando il Parlamento inglese intentò un processo alla Penguin Book, colpevole di aver dato alle stampe il testo completo senza le regolari censure che tutti avevano adottato.
La Penguin alla fine venne assolta e ottenne il visto per la pubblicazione integrale. Ma questa fu la vittoria che segnò definitivamente la fine della censura letteraria nel Regno Unito.
Il libro che diede tanto scandalo nel mondo letterario e non nel Novecento, creando polemiche a non finire, fu pubblicato nel 1928 in una anonima casa editrice di Firenze, la Orioli, e scritto due anni prima nella splendida villa Mirenda di Scandicci, sulle colline fiorentine.
Il suo autore, l'inglese David Herbert Lawrence (1885-1930), figlio di un minatore e di una maestra, fu un uomo eccentrico e ribelle: ex impiegato, ex insegnante, malato di tubercolosi, viaggiatore instancabile alla ricerca di utopie, di isole felici e una civiltà migliori; ha raccontato la società  aristocratica-intellettuale del primo dopo guerra, con la sua avidità distruttiva, il suo cuore meccanico, il pregiudizio, l'ottusità, che con la sua città industriale avvelenava  e schiacciava le masse più povere. Ed è questo il vero motivo di tanta persecuzione, che per tanti anni si è nascosto.


Costance Reid, bella e sana ragazza, figlia della piccola aristocrazia scozzese ma progressista¹, ha ricevuto un'educazione libera e colta rispetto alle sue coetanee del XX secolo.
Nel percorso formativo in Germania ha incontrato artisti, promettenti studenti, dove insieme al filosofeggiare si scoprivano i primi rudimenti del sesso che si innescavano più come dovere naturale che attraverso una vera passione.
Arrivata in Inghilterra conosce un giovane baronetto Clifford Chatterley, anche lui in controtendenza con la società del tempo.
Si sposano durante la Grande Guerra e poco dopo Clifford viene chiamato alle armi. Tornato dalla guerra e dopo la morte del padre, Clifford assume il titolo e la dimora di Wragby Hall, nelle Middlands, dove prende residenza con la moglie. Nonostante abbia riportato una ferita di guerra, che lo tiene paralizzato dalla cintola in giù, la vita di Sir e della nuova Lady Chatterley trascorre tranquilla e stabile, tra visite altolocate e gli esperimenti letterari di Chatterley.
Connie comincia ad annoiarsi in questa lenta esistenza priva di stimoli, per lo più sola nella grande villa: non può nemmeno rifugiarsi nel giardino, la cui aria è avvelenata dai fumi provenienti dalla miniera appartenente al marito e non trova conforto nemmeno in quest'ultimo che ha assorbito su di sé tutto il passato di una società ormai morta.
Instaura una relazione con un affermato drammaturgo ma rimane spiazzata dal suo egoismo sessuale e d'animo e presto lo lascia.
Ora che Chatterley sembra occupato dagli studi sul progresso dell'industria mineraria, Connie in una calda e rigogliosa primavera fa il suo incontro con Oliver Mellors, il guardiacaccia di Wragby.
Tra loro nasce una forte attrazione che sfocia nell'abbandono del corpo ai sensi più espliciti, eppure libera e vera rispetto alla falsità e allo sfacelo del piccolo mondo circostante.
Connie sente il suo corpo rinvigorirsi, dare un fine alla sua esistenza, soprattutto quando si accorge di aspettare un bambino dall'amante.
Durante una vacanza di riflessione a Venezia con la sorella, a Wragby viene scoperta la relazione tra i due: monta lo scandalo ma questo potrebbe essere messo a tacere se Lady Chatterley tornasse a vivere sotto lo stesso tetto del marito.
Con una fermezza non comune Connie torna in Scozia in attesa dell'accordo del divorzio; Oliver dopo aver trovato un nuovo impiego presso una fattoria, l'aspetterà.

Per formare la trama Lawrence ha usato uno dei motivi più ricercati nella storia della letteratura, quello del triangolo marito-moglie-amante.
Questo leitmotiv oggi molto abusato e che nella maggior parte dei casi rappresenta una situazione che si esaurisce in se stessa, in Lawrence non ha nulla di banale ma, anzi, riesce a chiudere nel suo interno diverse implicazioni.
Con la fine della Prima Guerra Mondiale, la società aristocratico-intellettuale inglese guardava gli ultimi giorni che le rimanevano del suo lungo regno. Era un mondo ormai moribondo, intriso ancora dall'effluvio dell'epoca vittoriana, che si aggrappava con ferocia a quegli appoggi, quali l'estrazione sociale, l'apparenza delle convenienze, il denaro a cui l'autore aggiunge il successo personale. Gli uomini e le donne che fanno da cornice alla storia sono tutti "impegnati a prostituirsi" per valori superficiali; sorpresi nel vortice di piaceri rapidi e non necessari.
La ferita di Sir Clifford diventa il simbolo di questa nobiltà paralizzata dopo il conflitto Mondiale.
Per una decadenza, c'è una controparte che ascende e lo scrittore inglese la ritrova nella nuova società industriale, condannata con toni aspri per la sua aridità, per un progresso che non porta nessun miglioramento nella civiltà, ma trascina nell'inquinamento, nella povertà, nell'imbruttimento dei ceti svantaggiati, nella sfiducia dell'avvenire.
A questa Inghilterra degradata da processi meccanici si contrappone il mito della vecchia Inghilterra, attraverso i boschi ricchi di leggende, i castelli, gli antichi regni: tutto smantellato per far posto a nuovi idoli.

Questa è storia. Un'Inghilterra cancella un'altra. Le miniere avevano arricchito i castelli. Ora li cancellavano come avevano già soppresso le casupole. L'Inghilterra industriale cancella quella agricola: un significato ne cancella un altro. La nuova Inghilterra cancella la vecchia. E la continuità non è organica, ma meccanica.

Da ciò traspare tutto il pensiero di Lawrence, o meglio la sua utopia; di ricerca di una civiltà nuova, svincolata dalla materialità moderna del progresso, del denaro, degli impegni sociali e che, come era prevedibile, rimase solamente rinchiusa nel suo pensiero.
A questi due mondi disgraziatamente oppressivi, Oliver Mellors e soprattutto Connie si ribellano, riservando per loro un angolo di umanità e amore quasi primitivi, dove le leggi dell'uomo nulla possono davanti all'esplosione delle naturali forze del sentimento.
Con questo romanzo David Herbert Lawrence ha liberato il sesso dai lacci stretti dell'età vittoriana, affrancandolo dai tabù, dalle convenienze morali, dai maligni sottintesi e restituendolo come parte non indifferente della vita.

D. H. Lawrence

Connie e Mellors fanno sesso ma soprattutto parlano di sesso, con una semplicità ancora oggi non ottenuta.
Anche la donna (nella figura sempre della protagonista) viene liberata dalla rigidità dei suoi costumi, potendo esaltare (cosa non scontata per l'epoca) la sua sensualità e sessualità, il proprio corpo senza la vergogna di provare desideri e piaceri sani.
Le scene di sesso pur essendo esplicite hanno molto del lezioso: un erotismo giocoso, quasi bambinesco e amplificano, semmai, più la purezza (piuttosto che un'intimità più perversa) e, non accidentalmente, in profonda armonia con la natura.
Ho trovato in Lawrence alcune similitudini che mi hanno ricondotta ad Edith Wharton (1862-1937), per temi e per quella narrazione così fertile di simbologie ed immagini emblematiche.
L'amore raccontato in "L'Età dell'Innocenza" si ferma davanti all'unità famigliare e alla morale della New York di fine Ottocento; Lawrence riesce a spingersi oltre, incarnando nel personaggio di Connie la ribellione verso un'Inghilterra ferita dalla guerra e ancora superba; arriva dove la Wharton  non era stata capace: frugare tra le rovine una tiepida speranza.
"L'Amante di Lady Chatterley" non è un romanzo facilmente apprezzabile, eppure è da apprezzare il significato che se ne trae: più del nostro quotidiano, del mondo intellettuale, dei libri, è la vita che conta. Ma una vita condotta nell'amore, quello sincero e profondo, e più ancora di tutta quella tenerezza che abbiamo da offrire.

Sento qualche volta le mie viscere sciogliersi in acqua e tu stai per avere un bambino da me. Ma non importa. Tutte le sciagure che sono accadute non sono riuscite a far appassire i fiori, e neppure l'amore delle donne.



M.P.



¹ Nella seconda metà dell'Ottocento, In Inghilterra, si diffuse il movimento della Fabian Society, un organismo polito-sociale che si riprometteva di costituire una società legata ai valori del socialismo e dell'educazione delle masse .



Libro:

"L'Amante di Lady Chatterley", D. H. Lawrence, Mondadori


Commenti

  1. Lawrence è un autore che mi è sempre piaciuto proprio per la sua carica di ribellione. Niente era troppo in alto perché lui non lo tirasse giù, e non avesse il coraggio di dire cose ritenute scomode e da coprire sotto il tappeto, mentre ipocritamente si facevano alla grande. Mi è ritornata voglia di leggere il romanzo, che ho letto anch'io da ragazza. Alcune cose mi avevano lasciato perplessa, e Costanza non sempre mi piaceva, però sono convinta, ora, leggendo il tuo post, di essermi persa qualcosa. E' anche probabile che a scuola me l'abbiano presentato in un modo un po' piatto, scontato. I libri non dovrebbero essere dati per scontati. Mai.

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    1. Che bel pensiero Loredana! È vero i libri non dovrebbero mai essere dati per scontati perché sono molto più moderni di quanto noi pensiamo. Bello anche questo tuo ritratto di Lawrence: rende perfettamente l'idea di questo scrittore.

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    2. E' anche un rischio che ho affrontato diverse volte: dare per scontato lo stile, o il contenuto di un libro, perché era di un certo autore o di un certo argomento. Non soffermarsi sul suo messaggio, non ascoltarlo in profondità. Fortunatamente, quando capita questo, sono ancora in grado di fermarmi e di ricordarmi: cosa sto dando per scontato qui, che non lo è affatto?

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    3. Ho sempre pensato che è il dubbio che ci rende umani e curiosi.

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  2. Salve! Mi sono imbattuta casualmente nel suo Blog mediante un post relativo al romanzo Belli e dannati di Fitzgerald, che ho attualmente in lettura ☺ mi piacciono molto i suoi contenuti, così ho pensato di unirmi ai suoi lettori ☺
    L'amante di Lady Chatterly è un romanzo che rientra fra una delle letture più belle e particolari che avessi mai letto. Quest'anno l'ho riletto per la terza volta, e ho potuto vederlo con occhi nuovi ☺☺

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    1. Però... Grande estimatrice di Lawrence per averlo letto tre volte! È anche vero che le riletture aiutano molto poiché ad un primo approccio siamo sempre veicolati verso altri dettagli e ce ne perdiamo altri. Grazie per la visita e i complimenti!

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