Quando la lettura passa per la rete e va bene anche per l'estate.


"Summerbooks", The Guardian

Con la fine del confinamento, dicevano, che presto saremmo tutti tornata alla normalità.
Eppure questa tanto desiderata normalità non si è più vista, anzi si sono succeduti dei cambiamenti che hanno modificato radicalmente il nostro modo di vivere, pensare e guardare al futuro, con una accelerazione ormai inarrestabile.
Anche la lettura durante il lungo periodo della quarantena ha subito delle novità attraverso il ritorno all' e-reader, creato verso la fine degli anni Novanta e dimenticato nel primo decennio del Duemila, in sofferenza nei confronti dell'amato cartaceo.
Molte case editrici hanno regalato o messo in promozione per gli utenti svariati libri proprio mediante questo dispositivo che tutt'ora si sta rivelando il miglior mezzo per ammortizzare le varie spese di un mercato libraio sempre in profonda crisi. 
Contemporaneamente (ma per alcuni già molto prima) sono comparsi sui principali social-network dei racconti, mini storie, animazioni, illustrazioni, fumetti, graphic- novel, diventanti il polo attrattivo della rete e il nuovo modo di leggere oggi.
In genere brevi, veloci, dal significato istantaneo e con il vantaggio di poter essere letti in qualche minuto, questi si basano su un'efficacia capacità di sintesi, una storytelling lineare e soprattutto coinvolgente in grado di attrarre un lettore trascinandolo in una struttura episodica grazie anche al contributo del potere di un' immagine. Dapprima contenitori di un irriverente umorismo e battute comiche, col tempo si sono fatti più articolati raggiungendo tematiche attuali, storiche, filosofiche, non-sense e abbracciando un vasto ed eterogeneo pubblico di lettori forti e occasionali.
Si è spesso discusso se questo diverso genere di lettura possa essere definito una certa espressione letteraria o artistica, nonostante il romanzo continui ad essere, nel confronto, più scritto e letto, eppure questa nuova ricerca di linguaggi, forme di comunicazione innovative e creative unite ad una tipologia di disegno meno tecnica ma più sensibile e vicina alle realtà del nostro tempo, interpretano le non poche prerogative che l'arte stessa richiede.
Molto seguiti nei tre mesi della chiusura totale sono stati i disegni animati di ZeroCalcare con "Rebibbia Quarantine" <<drammatico reportage >> della quarantena vissuta nell'omonimo quartiere romano, come imperdibili le strisce quotidiane della Scottecs del fumettista veronese Sio o le divertenti (dis)avventure a fumetto della coppia Simple & Madama di Lorenza di Sepio a cui aggiungo le bellissime illustrazioni di Ernesto Anderle (pittore e scultore milanese) per la sua graphic novel ormai conosciuta e stimata di Vincent Van Love, omaggio rivolto al celebre pittore olandese Vincent Van Gogh.
Proprio di quest'ultimo sto seguendo da qualche mese (con la stessa passione ed entusiasmo per un classico romanzo) una storia a puntate d'ambientazione storica, frutto questa volta di più collaborazioni.
"Hedera" è la vicenda di una giovane donna della campagna inglese nella prima metà del XIX secolo, Edith Wilton, morta apparentemente per una fatale caduta da cavallo.
Attraverso le testimonianze del villaggio, lettere, e il diario rinvenuto della povera ragazza, viene ricostruita la sua vita quotidiana, il suo mondo popolato di fantasia, libertà ed arte contro l'abitudinario e scontato posto riservato alle donne dalla società.
Al forestiero dottor Charles Norland spetta il compito di scoprire la vera personalità e la fine di Edith, cercando di non farsi condizionare dalla fittizia tranquillità del luogo e dei suoi abitanti.
Ispirato al giallo gotico e ai romanzi di Jane Austen, "Hedera" indaga nei conflitti e nelle lotte di classe all'interno di una piccola comunità del tempo e nell'esplorazione di quella mancata espressione dei sentimenti e desideri femminili, con una buona accuratezza e bilancio di veridicità e immaginazione, trasporto nei confronti della protagonista e commozione per le bellissime illustrazioni di Anderle, che da sole bastano a esprimere un moto interiore e raffigurare con delicatezza ciò che alla parola non basta.


M.P.

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