Vittoria Colonna,"creatura celeste" del Rinascimento


" Un uomo in una donna, anzi un Dio"
          ( "Rime", Michelangelo*)




La progressiva rinascita culturale nella seconda metà del '400 in Italia, andava di pari passo con il cambiamento dell'educazione femminile. Grazie ai movimenti che giungevano dai paesi d'oltralpe; la formazione delle donne usciva dai monasteri e si esercitava nei palazzi delle grandi famiglie patrizie. La donna oltre a possedere qualità di grazia e bellezza,doveva essere esperta di letteratura, musica, pittura, intrattenere una conversazione mondana; come voleva il trattato del "Cortegiano", di Baldassar Castiglione (1478-1529). La cultura della donna doveva rassomigliare a quella dell'uomo,cui era pari.
Di questi fulgidi esempi ve ne erano molte : Isabella d'Este Gonzaga ( 1474-1539), Isabella de' Medici (1542- 1576), Caterina de' Medici ( 1519-1589), ma queste andavano ben oltre alla semplice scioltezza culturale; erano colte,talentuose, protettrici delle arti, veri geni femminili.
Tra di loro ci fu anche una poetessa di nobile famiglia,amica di artisti e letterati, Vittoria Colonna.

Era nata nel 1492, nel Palazzo Colonna di Marino, figlia di Fabrizio Colonna ( nipote di Papa Martino V) e di Agnese di Montefeltro. Vittoria apparteneva ad una delle famiglia romane tra le più influenti e potenti, in costante lotta contro i Borgia,che volevano privarli dei loro beni.
La sua educazione non fu minore rispetto a quella delle altre giovani nobildonne " fu completa e raffinata e, unita a una predisposizione per le arti e per le lettere, ne fece una donna colta e ricca intellettualmente." Oltre a questi pregi possedeva un forte senso di moralità e nobiltà che le resteranno nel corso della sua vita e la distingueranno nella storia.
Non era bella ma in un dipinto di Jules Lefèvre  le si apprezza un particolare fascino e attrattiva.



Per completare la sua formazione,in vista anche di un matrimonio con un rampollo di una famiglia del Regno di Napoli, i D'Avalos, andò ad Ischia,sotto la tutela di una zia dello sposo, Costanza duchessa d'Altavilla, donna culturalmente brillante.
Nel 1509 avvenne il matrimonio con Fernando Ferrante D'Avalos ( 1490-1525) ,marchese di Pescara, uomo bello e guerriero. La cerimonia si svolse nel bellissimo Castello Aragonese, in gran pompa, a cui partecipò il fiore della nobiltà.
Seppur innamoratissima del bel Ferrante, Vittoria non ebbe una vita coniugale felice. Il marito lontano per guerre, la tradiva, lei rimaneva sola.
Signora di Ischia, riceveva intellettuali, letterati, pittori nel bellissimo paradiso napoletano, tanto da lasciare un forte ricordo mai dimenticato.
Ma le vicissitudini matrimoniali non erano finite, nel 1525 Ferrante, al servizio di Carlo V, riuscì, nella battaglia di Pavia, a sconfiggere Francesco I di Francia; ma in seguito a delle gravi ferite riportate morì.
Vittoria, di carattere schivo e orgoglioso, si ritirò da qualsiasi scena mondana, rifugiandosi nel culto della bellezza e scoprendo una vena poetica. Iniziò qui la sua fama.
Nelle sue "Rime", descrive l'amore per il marito, il dolore per la morte, l'intensità della fede, la nobiltà d'animo.
Da buona pellegrina, visitò numerose città italiane, stabilendosi di convento in convento. Il suo vagabondaggio non le impedì di conoscere il Castiglione,Pietro Bembo ( 1470-1547), Ludovico Ariosto ( 1474-1533), Veronica Gambara ( 1485-1550), questi ultimi scrissero dei sonetti per lei; sempre amata e stimata per il suo genio.
"Giammatteo Toscano ,un umanista che ebbe la sua fortuna in Francia presso la corte di Caterina de' Medici, dichiarò che ella era nulli Petrarcham secunda."
Ma l'amicizia che" doveva passare alla storia come uno dei rapporti più solidi e produttivi che si siano mai conosciuti"  fu con Michelangelo ( 1475-1564).
Incontrato per la prima volta nel 1538 nel convento di S.Silvestro ,a Roma,il pittore fu subito affascinato dalla personalità di Vittoria, la sua serietà e altissima dignità.La loro fu una relazione platonica ( Michelangelo era omosessuale), fondata su scambi di idee, consigli, arte e filosofia, ma soprattutto di religione.
In quegli anni, infatti, imperversavano teorie riformistiche dove la religione si doveva liberare di rituali puramente formali e concretizzarsi solo con la fede.Vittoria assorbì queste osservazioni ne parlò certamente col Buonarroti. Lui, da sempre combattuto spiritualmente,ne rimase influenzato tale da realizzare, forse, il suo più grande capolavoro " Il Giudizio Universale" nella Cappella Sistina.
Michelangelo " dedicò a Vittoria alcune "Rime" e la ritrasse inserendola tra i personaggi del Giudizio". La chiamò " creatura celeste".
Michelangelo,ritratto della Colonna.


Un forte senso di moralità e nobiltà porterebbero Vittoria Colonna ad una figura integralista,lontana dalla donna moderna, sebbene nessuna meglio di lei seppe rappresentare la rinascita culturale del suo sesso; un universo femminile pari a quello maschile. Morì nel 1547.




* Pochi si ricordano che Michelangelo fu anche un  poeta,vedete Michelangelo : il poeta dietro l'artista



Fonti :

" Le Donne di Roma",Laura Marino,Tascabili Newton,1995
" Le Grandi Donne del Rinascimento Italiano",M.Vannucci,2004

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