Il Castello Caetani di Sermoneta


Il quindici agosto, come molti italiani quest'anno, anche io ho rotto la consuetudine di trascorrere il Ferragosto al mare o in montagna e con grande entusiasmo mi sono riservata una gita fuori porta culturale.
Unendo vicinanza e fascino, la scelta è caduta sul castello Caetani di Sermoneta.

La ridente e caratteristica città di Sermoneta si trova nella provincia di Latina, dove domina la pianura pontina, il cui borgo medioevale, ha conservato intatto il suo aspetto con le belle mura torrite, strade lastricate di pietre e ciottoli, lunghe vie strette e ripide, abitanti abituati allo scorrere continuo di turisti da tutto il mondo; e il grandioso castello, vero palcoscenico del borgo.
Questo vanta un passato così ricco di particolari storici, che meritano di essere raccontati.

Entrata al Castello

Nel XIII secolo apparteneva inizialmente alla famiglia degli Annibaldi, di cui la Santa Sede ne aveva donato i territori di Sermoneta, Bassiano, Ninfa e San Donato.
Essi cominciarono a costruirne una torre, il Maschio, alta ben quarantadue metri, la controtorre, il Maschietto, la Chiesa di San Pietro nella piazza d'Armi, più una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana.
Nel 1297 gli Annibaldi si trovarono in difficili condizioni economiche, per questo Pietro II Caetani comprò il castello e i suoi territori annessi.
I Caetani erano una famiglia aristocratica originaria di Gaeta ( XIII secolo ), diventata una delle più potenti e temute quando, nel 1294, salì al soglio pontificio Benedetto Caetani, divenuto Bonifacio VIII.
La nuova famiglia ampliò e abbellì ancor di più il castello, rendendolo tra i più ammirati della regione, governando per ben duecentodue anni.
Finché nel 1499, il Papa Alessandro VI Borgia emanò una bolla nella quale scomunicava i Caetani; questi espropriati di tutto, abbandonarono il castello.



Discesa alle scuderie


Cesare Borgia vi entrò con i suoi soldati, distruggendo subitaneamente la Chiesa di San Pietro, non provando nessuna pietà per gli antenati dei Caetani che riposavano da anni nella chiesa, costruendovi
al suo posto la "casa del Cardinale", unico edificio abitativo
I Borgia resero il castello una fortezza militare inespugnabile, alzando ulteriormente le mura, tanto che nel 1536 Carlo V non riuscì a conquistarlo.
In realtà per Alessandro VI, il castello rappresentava un punto strategico, sia per l'elevata posizione, sia per la via che vi attraversava, la pedemontana, strada che collegava il nord e il sud d'Italia, il sui controllo dava la possibilità di batter cassa attraverso il pagamento del dazio.
Qui soggiornò anche la figlia del Papa, la bella Lucrezia, ammirata e lodata da poeti e artisti.
Alla morte di Alessandro VI ( 1503 ), il nuovo Papa Giulio II, ridiede tutte le proprietà espropriate ai legittimi signori : i Caetani ritornarono a Sermoneta.
Ma nel Seicento la città aveva perso tutto il suo potere politico ed economico, e la nobile famiglia tornò ad abbandonarlo.
Seguì un periodo di continui saccheggi da parte di francesi e spagnoli che depredarono il castello di tutti i mobili, arazzi e oggetti di valore, trasformandolo in un carcere.
Solo nel XIX secolo, grazie a Gelasio Caetani vennero portate a compimento ampie opere di ristrutturazione, ed oggi appartiene alla "Fondazione Roffredo Caetani", una ONLUS istituita dalla principessa Lelia Caetani Howard, ultima discendente, morta nel 1977.

La particolarità del castello risiedono non nei suoi arredi, andati purtroppo persi, ma nella sua fiera imponenza difensiva, a cui si giunge attraversando Piazza degli Olmi, con i due edifici quali : "la Casa del Cardinale" , con al'interno dipinti, come il ritratto di Bonifacio VIII, membro più importante della casata e affreschi provenienti da Ninfa, e la "Sala dei Baroni" adibita a feste e banchetti, che in origine doveva essere più grande, poiché venne ridimensionata in epoca borgiana. Unici arredi seicenteschi sono il grande tavolo in legno e un mobile con gli stemmi dei Caetani e dei Dall'Aquila, di cui ricordano l'avvenuta unione mediante un matrimonio.Tramite questa sala si accede alle "Stanze degli Ospiti" o "Camere Pinte", dette così per gli affreschi seicenteschi di scuola del Pinturicchio e ove si trovano anche mobili dell'Ottocento.

Piazzale delle Armi
Camera Pinta
Finestra della parte distrutta della "Sala dei Baroni"

Ancora le scuderie, che potevano contenere ben quaranta cavalli e la cucina a soffitto a botte con l'enorme camino e l'alta cappa di sfogo.
Dopo il camminamento di ronda sulle torri del Maschio e Maschietto ( mi sentivo un po' Drogo nel "Deserto dei Tartari" ) e superando il terzo ponte levatoio, si entra nella cosiddetta " Stanza del Signore", perfettamente conservata con letto e mobili del Cinquecento, uno scrittoio e l'unica antica armatura ritrovata nel castello.
Il quarto ponte da accesso alla suggestiva "lunga batteria" un tunnel scavato nella pietra, usato dai soldati come passaggio nascosto.

Scuderie
Cappa della Cucina

Panorama dal camminamento di ronda
"Stanza del Signore"
Passaggio alla "lunga batteria"


Il Castello Caetani è un sito di grande importanza e bellezza storica che fortunatamente ( grazie alla ONLUS ) si distingue per la pulizia e la rigorosa professionalità nella sua conservazione e tutela; il cui ricavato del biglietto è riservato alla manutenzione.
Merita di essere ammirato anche per questo motivo; diversamente da altri edifici storici minati, ahimè, dalla politica italiana.



M.P.



Le foto di Alessandro Tommasi sono riservate.




"Castello Caetani" , costo 8 euro





Commenti

  1. Una visita virtuale davvero affascinante! Se avessi tempo visiterei volentieri tutti i castelli sparsi sul territorio italiano :-)

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    1. A chi lo dici Alessandra, poi devo dire che anche Sermoneta stessa è spettacolare, da lasciare a bocca aperta!

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