"La Novella degli Scacchi" di Stefan Zweig

 " ...ogni volta, dopo un interrogatorio della Gestapo, era come se i miei stessi pensieri si assumessero l'incarico di portare avanti quella sevizia del chiedere, indagare e tormentare, in maniera forse persino più crudele : poiché quegli interrogatori finivano pur sempre dopo un'ora, e i miei mai, grazie all'insidiosa tortura di quella solitudine. E intanto intorno a me c'erano sempre e soltanto il tavolo, 
l'armadio, la tappezzeria, la finestra, nessuna distrazione, niente libri, né giornali, nessun volto nuovo, neppure una matita per annotare qualcosa o un fiammifero con cui giocare
niente, niente, niente.
Solo allora mi accorsi di quant'era diabolicamente ingegnoso, quanto agghiacciante  da un punto di vista psicologico il sistema della camera d'albergo.
Forse in un campo di concentramento sarei stato costretto a trascinare pietre sino a che le mani non avessero sanguinato e i piedi non mi fossero diventati due pezzi di ghiaccio dentro le scarpe, e mi avrebbero stipato in una baracca assieme ad altri venti, in mezzo al gelo, al tanfo.
Ma avrei potuto vedere delle facce,guardare un campo, una carriola, un albero, una stella, qualcosa,
qualsiasi cosa, mentre lì, intorno a me, c'erano sempre e solo le stesse cose - tutto uguale,
spaventosamente uguale."

Elke Rehder


Nella notte tra il ventidue e il ventitré febbraio 1942, Stefan Zweig si uccise con una forte dose di barbiturici, insieme alla moglie Lotte Altmann. Furono trovati sul letto, lui supino con le mani giunte, lei al suo fianco.
Stefan Zweig, fino a poco tempo prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale, era un apprezzato scrittore e biografo, amato dal pubblico e dalla critica, le sue opere venivano rappresentate nei migliori teatri del mondo, con ottimi riscontri; era amico di molti suoi colleghi, intellettuali, artisti, scienziati, con i quali aveva stretti rapporti di amicizia. Era un autore di successo e possiamo ben dirlo, di smaccato successo.
Non poteva pensare a quello che poi sarebbe avvenuto : il rogo dei suoi libri, le persecuzioni, la guerra, le violenze, la ferocia, la fine della dignità dell'uomo...dell'amore...
Strappato dalle sue radici e trasportato da un turbine errabondo senza meta, si era rifugiato, non senza rischi, nella cittadina di Petropolis, in Brasile.
Non aveva nulla : niente libri, niente omaggi, niente contatti. Solo una scacchiera per distrarlo dalla tempesta nazista che ancora fuori dalla sua finestra infuriava.
Eppure prima di decidersi a compiere l'ultimo disperato gesto, egli ci lasciò le sue opere più belle, i suoi testamenti : "Il Mondo di Ieri. Ricordi di un Europeo" e la "Novella degli Scacchi."
Pubblicato agli inizi del 1942, "La Novella degli Scacchi" è l'ultimo racconto dello scrittore austriaco Stefan Zweig, nato nel 1881.


Ambientato in epoca contemporanea, su un grande piroscafo che va da New York a Buenos Aires, un anonimo viaggiatore ( il Narratore ), si ritrova come compagno di viaggio Mirko Czentovic, il grande campione di scacchi, in partenza per nuovi trionfi.
Mirko Czentovic, figlio di un barcaiolo slavo, è un uomo gretto  e volgare, senza cultura e privo di forza immaginativa; gioca per il puro bisogno di accaparrare soldi e non per passione, ma indubbiamente è diventato famoso in tutto il mondo per il suo talento di scacchista.
Il Narratore, che vorrebbe soddisfare la sua curiosità di conoscere nel profondo Czentovic, lo sfida ad una partita a scacchi con altri viaggiatori a bordo, in una partita simultanea.
Il campione vince diverse sfide con arroganza e freddezza, lasciando gli altri giocatori increduli e adirati per la vergogna, quando inaspettatamente compare uno strano signore sui quarantacinque anni, che venuto in soccorso, consiglia loro le mosse da fare, e con sbalordimento di tutti Czentovic diminuisce la sua arroganza e dichiara pari la partita. Ma non dandosi tuttavia per vinto, chiede una rivincita, in particolar modo rivolgendosi allo sconosciuto passeggero.
Il narratore convince il dottor B. ad accettare la sfida, ma questi allontana da se qualsiasi conseguenza possa verificarsi e racconta con sofferenza la sua esperienza con gli scacchi.
Da giovane, prima dell'ascesa al potere di Hitler, egli possedeva uno studio legale dove si preoccupava di gestire dei fondi patrimoniali di importanti clienti. Con l'avvento dell' Anschluss, egli si ritrovò, a tradimento, arrestato dalle SS. La Gestapo voleva estorcergli prove contro i nemici e denaro, ma in quanto appartenente ad un'alta categoria non fu mandato nei campi di concentramento, ma venne recluso in un albergo, divenuto quartier generale nazista.
Il trattamento poteva sembrare generoso, ma non era così. Alla tortura fisica era stata sostituita quella mentale. Rinchiuso in una stanza senza possibilità di uscirne, non aveva nulla. Non una matita e foglio pere scrivere, non un orologio, non un libro, né sigarette né contatti umani, "il vuoto più totale senza spazio e senza tempo."
A questo si aggiungevano interrogatori sempre più pressanti e maliziosi e presto il suo corpo si stava indebolendo, come le sue facoltà mentali. Sicché un giorno, dopo un ulteriore interrogatorio, vide dentro una  giacca appesa al muro un libro, lo prese con avidità. Scoprì che era un compendio di scacchi e dopo la prima delusione cominciò a giocare delle fantomatiche partite contro se stesso, grazie a dei pezzettini di carta che si era procurato. Nonostante quel che poteva essere una distrazione, un motivo per non annullare il cervello, si rivelò una compulsiva malattia del gioco.
In preda ad una follia svenne, ma venne aiutato da bravo medico che ottenne il suo completo rilascio e con l'attenzione di allontanarsi dagli scacchi.
Finito il racconto, il dottor B. lascia trasparire tutta la sua angoscia e paura nel ritrovarsi ancora a confronto con la sua malattia.
Sarà il suo passato ad affiorare e a decidere la partita.

Elke Rehder

Alla pubblicazione del racconto, seguì un trionfo senza uguali nella vita dello scrittore : venne tradotto in molte lingue e furono vendute milioni di copie.
Il successo non era dato solamente dal tema scottante e contemporaneo, ma più di ogni altra cosa dal virtuosismo dello scrittore austriaco nel padroneggiare una trama così complessa, veloce e riempita di profondità interiori e psicologiche che rimandavano alle teorie di Freud, attraverso l'espediente narrativo del gioco degli scacchi.
A onor del vero, per molti critici e lettori, questo rappresentò l'apice dell'arte di Stefan Zweig, il suo capolavoro.
Non è difficile trovare in questo breve racconto un forte simbolismo : Mirko Czentovic non rappresenta altro che quella politica volgare, prepotente e distruttiva del Nazismo contro la cultura, l'Europa aperta e libera, raffigurata nel personaggio del dottor B. schiacciata nella sua integrità. La scacchiera diventa quindi emblema della forza intellettuale, del non sottomettersi, della libertà.
Ma qui non c'è speranza, non c'è aiuto, quel che era una cura si trasforma in follia e porta il giocare contro se stesso a uno sdoppiamento della personalità, a una grave nevrosi.
Con finezza stilistica, Zweig ci mostra un qualcosa che vale ancor di più delle nostre, pur importanti facoltà mentali, ovvero l'umanità.
Il dottor B. non viene sconfitto dal gioco degli scacchi, altresì dall'annientamento di quei valori umani, quali la propria integrità e l'amore verso prossimo.
Proprio contro quei valori impone la sua potenza ogni dittatura.

La morte di Stefan Zweig provocò un gran clamore tra gli intellettuali e gli scrittori del tempo. Zweig rappresentava l'ultimo baluardo di una Europa colta ed elegante.
Anche a lui dopo il nulla, era seguita una forte contraddizione con se stesso che lo aveva portato alla disperazione, al nichilismo.



M.P.




Ebook :

"La Novella degli Scacchi", S.Zweig", Newton Compton.

Commenti

  1. Questo è sicuramente uno dei racconti che devo recuperare: ho voglia di tornare a Zweig dopo il folgorante incontro con Il mondo di ieri e con la sua perfetta unione di documentazione storico-biografica e letteratura.

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    1. Ti consiglio di cominciare da questo, ne rimarrai meravigliata.

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  2. Conosco Stefan Zweig solo per la fama che lo precede, non ho ancora avuto il piacere di leggere qualcosa di suo, e non sapevo del triste epilogo della sua vita. La storia contenuta in questa novella, simboleggiata dalla partita di scacchi, è molto forte. Credo proprio che lo recupererò, le pagine che arrivano da quegli anni sono preziose ed è quasi doveroso da parte nostra continuare a leggerle.

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    1. Le opere di questo scrittore dovrebbero essere più conosciute e lette.

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  3. Mi unisco a Julia. Purtroppo non ho ancora letto niente di suo, ed è una lacuna che non mi piace. Emblematico questo racconto, ma forse per fare la sua conoscenza dovrei leggere qualcosa di diverso. Mi devo assolutamente documentare!

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    1. Anche io Paola ho moltissime lacune, soprattutto di scrittori italiani. Prova con "Il Mondo di Ieri. Ricordi di un Europeo", dopo questo, la storia ti sembrerà diversa da quello che credevi.

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  4. Me lo sono segnato in lista. Grazie!

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