Riepilogo di un anno di letture.




L'inverno è ritornato ufficialmente nella nostra quotidianità, portando con sé le feste natalizie e gli ultimi scampoli di questo 2019.
Questo è per i lettori il momento più fertile per le letture, dove il freddo pungente (che a Roma è sempre aspettato per gennaio), le piogge, il cielo grigio, favoriscono la vicinanza con il calore del libro.
Tuttavia mi duole vedere in quale direzione stia andando quest'ultimo: tra case editrici sornione (dove quel che conta veramente non sono le vendite ma la pubblicità ricavata), influencer poco e male informate e lettori ingenui, il libro, spogliato del suo messaggio, sembra approdare unicamente in quella dimensione di "piacevole vuoto".
Non so quanto questo fenomeno possa andare avanti, tutt'al più che, nonostante campagne e gruppi di lettura dicano il contrario, la lettura è in agonia: una questione che vorrei riaffrontare nell'anno venturo.
Personalmente ho da rammaricarmi di aver aggiornato molto poco il blog, soprattutto a causa di un periodo abbastanza irrequieto e mi ritrovo ora a trarre le conclusioni delle mie letture.
Il leit-motiv che ha rappresentato, almeno la maggior parte di queste, è stato quanto la lettura possa trasmettere una certa partecipazione all'impegno civile e al risveglio di una coscienza individuale. "La Sovrana Lettrice" di Bennett è stata determinante per questo sviluppo poiché non esiste piacevolezza senza la giusta comprensione di un pensiero che sappia scuoterti.
Per il prossimo anno ho intenzione di cominciare a leggere finalmente l'ultimo capitolo della saga dei Cazalet, "Tutto Cambia", ritornare ad un libro che ho amato tanto è che considero una pietra miliare della letteratura, "La Principessa di Clèves" e continuare con gli altri tre libri del ciclo delle "Piccole Donne".



La poetessa americana Emily Dickinson é stata l'unica figura che ho affrontato biograficamente quest'anno e posso dire di essere rimasta contenta di conoscere una personalità così lontana dalla riservatezza e dalla timidezza propinatele per troppo tempo, scoprendo invece una precorritrice della "stanza tutta per sé". La Dickinson ha dimostrato quanto la mente femminile potesse essere fervida e creativa, ricettiva di realtà e fantasia pur in un corpo chiuso dentro quattro mura.
La "questione femminile" si è addentrata attraverso due libri in particolare: "Pathenope" di Rebecca West e "Piccole Donne" della Alcott. Entrambi i libri riflettono sulla precaria condizione delle donne in una società patriarcale ma se nel racconto della West tutto diventa più malinconico e grave, nel romanzo della Alcott la questione femminile si evolve in una vera rivendicazione di uguaglianza di poteri e diritti paritaria.
Quest'anno sono stati ricordati i trent'anni dalla riapertura delle frontiere tra la Germania est e la Germania ovest, e "Il Cielo Diviso" di Christa Wolf  è diventato il simbolo di quel mondo, dove la scrittrice ribadisce con un lungimirante pensiero, che non può essere un muro, un ostacolo fisico, un momento storico a dividere  ma prospettive e visioni ostili.
Anche con Matera capitale della cultura 2019 ne ho approfittato per leggere un testo da qualche anno dimenticato nelle nostre scuole: "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi. Opera memorialistica, è un viaggio alle origini della nostra civiltà, un viaggio che si abbandona commuovente al romanzo, alla poesia, alla storia e al presente.
Con "La Diva Julia" di William Somerset Maugham mi sono inoltrata in quel metateatro che che contraddistingue anche le vite più comuni insieme a  quel sottile confine esistente tra persona e personaggio, mentre in "Cambio di Rotta" della Howard mi sono spostata verso quell'amato microcosmo austeniano, quel mondo interno meno noto ma più toccante, che procede a ritmo più veloce rispetto all'ambiente esterno.
La tematica che più di tutte amo affrontare, la fine di un'epoca e il passaggio ad un'altra, viene analizzata nell'operetta lirica di Hugo von Hofmannsthal, "Il Cavaliere della Rosa" e in "Rebecca" di Daphne du Maurier, che con le loro metafore, simbolismi, le conflittualità e i privilegi di classe, gli ultimi fasti, osservano il fiammeggiare dell'ultimo tramonto.
"Il Denaro" di Zola ambientato nella sfera economico-bancaria, è un romanzo la cui straordinaria modernità potrebbe addirittura spiegare gli effetti a cui siamo giunti oggi: il  binomio Banca-Borsa è fulcro degli incrementi e delle perdite di denaro, di influenze, corruzioni, lotte di classe, dissipazioni di fondi. Zola ne illustra minuziosamente i meccanismi speculativi, affaristici, fino a descrivere vere giornate di sedute, azioni legali ed illegali, liquidazioni, compravendite.
"Revolutionary Road"  di Richard Yates è un monumento della letteratura mondiale, un grande affresco crudele, inquieto e folle che non ha mai smesso di raccontare il nostro presente, le nostre vite, quella società in fondo mai cambiata.
Tra le letture ho riscoperto due autori che ho a lungo tralasciato negli anni, forse per paura di non capirli sufficientemente, la Woolf e Calvino. Invece "La Signora Dalloway" e "Il Cavaliere Inesistente" sono state delle rivelazioni inaspettate e mi sono persa fra le pagine della festa organizzata da Clarissa come tra le avventure e le schermaglie amorose dei protagonisti dell'autore italiano. Allo stesso tempo ho viaggiato ancora molto più indietro nel tempo attraverso "Le Memorie di Adriano" della Yourcenar e "Conversazione su Tiresia" del maestro Camilleri. Due grandi opere dove i protagonisti vengono identificati come "uomini moderni", entrambi rappresentanti di quei valori di libertà e bellezza tramandateci dagli antichi e da un passato molto più vicino di quanto crediamo.
"La Casa sul Bosforo" di Pinar Selek, "Mandami tanta Vita" di Paolo di Paolo, "La Sovrana Lettrice" di Alan Bennett, "Quel che resta del giorno" di Ishiguro, "Il Buio oltre la Siepe" di Harper Lee, sono questi i romanzi che scuotono il lettore portandolo ad a prendere parte attiva del "suo" momento storico, renderlo partecipe di un qualcosa di più grande della quotidianità, anche dei fallimenti, dei dubbi, degli amori sfortunati: l'impegno civile.

 <<Non si mette la vita nei libri. La si trova>>. ("La Sovrana Lettrice")

L'unica delusione dell'anno è stata la lettura di Israel Singer con "La Fuga di Benjamin Lerner", romanzo danneggiato da tagli e rimaneggiamenti portate avanti nel corso della storia.
Qui finisce il mio anno letterario, che dovrebbe includere anche l'ultima lettura di dicembre "Opinioni di Clown" di Böll, ma per ragioni di tempo mancato sarà recensito nel prossimo anno.


  M.P.





BUON ANNO NUOVO!



Commenti

  1. Che bello poter individuare dei fili conduttori nel proprio percorso di lettura: se penso ai libri del mio 2019, non riesco a distinguere una direzione precisa, se non constatando che ho dato molto più spazio alle scrittrici, alla narrativa italiana, a nomi a me non noti, a scapito dei classici. Ho letto un solo saggio, di cui devo ancora scrivere, ho approfondito la storia è le storie fra le due guerre, ma ovunque sono finita quasi per caso, senza troppa premeditazione.
    E chissà dove ci porterà il nuovo anno! Tanti auguri, Michela!

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    1. Auguri anche a te cara Cristina e alle letture che il nuovo anno ci porterà!

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